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27/02/2020

Contributi dagli uffici Nctm nel mondo | Shipping & Transport Bulletin Febbraio – Marzo 2020

Tassazione dei porti in Spagna e in Italia

La politica degli aiuti di Stato dell’Unione Europea riconosce i porti quali infrastrutture chiave per l’economia dell’Unione, tali da essere beneficiare del diritto agli aiuti di Stato purché rientrino nei criteri stabiliti dalla Commissione. Non è consentita la mancata tassazione degli utili derivanti da attività commerciali. La Commissione non ha richiesto all’Italia, a far data dal 1° gennaio 2020, di eliminare l’esenzione fiscale delle attività commerciali e di profitto dei porti italiani. In Spagna la situazione era in parte differente. Alla Spagna, così come alla Francia, al Belgio e ai Paesi Bassi è stato quindi richiesto un adeguamento del proprio regime fiscale. La Commissione continua a indagare sulla situazione nei restanti Stati membri dell’Unione Europea.

Nuovo Commissario per i Trasporti: il settore marittimo rientra nel cap and trade del carbone

La rumena Adina-Ioana Valean è stata nominata Commissario per i Trasporti nella nuova Commissione Von der Leyen. In quanto ex membro del Parlamento europeo rappresenta quindi una “mano esperta” di Bruxelles. Ad ogni Commissario è stata consegnata una Lettera di Incarico in cui sono indicati i risultati che il Commissario dovrà raggiungere nei prossimi cinque anni.
Per Valean la Lettera di Incarico prevede questi obiettivi:

  • Mobilità sostenibile e “smart”;
  • Estensione del sistema di scambio delle emissioni di carbonio al settore marittimo;
  • Riduzione delle emissioni globali per le compagnie aeree e in tutti gli altri settori;
  • Obiettivo zero emissioni nell’Unione Europea;
  • Riesame della direttiva sulla tassazione dell’energia;
  • Completamento delle reti trans-europee;
  • Promozione del rispetto dei diritti dei passeggeri;
  • Turismo sostenibile e competitivo.

Ognuno di questi obiettivi deve essere raggiunto in collaborazione con gli altri 26 Commissari (il Regno Unito non ha nominato un Commissario, essendo uscito dall’Unione). Proprio su questo punto, l’ultimo obiettivo menzionato nella Lettera di Incarico è quello di contribuire al raggiungimento di un partenariato ambizioso e strategico con il Regno Unito.

Investimenti esteri, aiuti di Stato e l’iniziativa “China Belt and Road

La nuova Commissione Von der Leyen, insediatasi nel dicembre 2019, ha fatto della gestione delle pratiche commerciali sleali uno dei suoi obiettivi principali per i prossimi cinque anni. Tali pratiche possono essere affrontate con azioni antidumping, anti-sovvenzioni e di salvaguardia.

Nel 2019, l’Unione Europea ha introdotto un nuovo strumento volto a monitorare gli investimenti interni per motivi di sicurezza nazionale. Nessuno degli strumenti esistenti riguarda infatti gli investimenti sovvenzionati nell’Unione o nei paesi terzi (sia in beni che in servizi) che consentono alle imprese statali sostenute da o di proprietà del governo di sotto-quotare le imprese dell’Unione Europea nel presentare offerte per l’acquisizione di altre società o per la creazione di nuove capacità produttive.

Alla fine del 2019, il governo dei Paesi Bassi ha suggerito quale modalità per affrontare il problema quello di modificare la normativa vigente nell’Unione in materia di aiuti di Stato affinché diventi applicabile agli investimenti esteri. Resta inteso che tale iniziativa è stata recepita dalla Commissione Europea e che le relative proposte saranno presentate nel corso dell’anno 2020.

Per molti anni l’Unione Europea ha cercato di adottare regole efficaci per quanto concerne gli investimenti interni affinché funzionassero per lo più in seno all’OCSE e all’OMC, ma senza alcun risultato. Sembra inoltre che l’iniziativa olandese potrebbe finalmente dare alla Commissione Europea gli strumenti necessari al fine di riesaminare gli investimenti cinesi in Italia.

Aiuti di Stato per il trasporto marittimo

La Commissione ha approvato cinque regimi a Cipro, Danimarca, Estonia, Polonia e Svezia tali da incoraggiare le registrazioni di navi in Europa. In sostanza, le norme UE in materia di aiuti di Stato consentono agli Stati membri di concedere agevolazioni fiscali alle compagnie di navigazione per la registrazione delle navi nell’Unione Europea. Il più importante di tali provvedimenti è rappresentato dall’imposta sul tonnellaggio, in base alla quale le compagnie di navigazione possono chiedere di essere tassate sulla base di un profitto fittizio o del tonnellaggio che operano, invece di essere tassate in base al normale sistema di imposta sulle società. Ciò può ridurre il livello complessivo delle imposte pagate e aumentarne la prevedibilità.

Estonia, Cipro, Polonia, Danimarca e Svezia hanno regimi in base ai quali i costi del lavoro (cioè l’imposta sul reddito ed i contributi previdenziali) per i marittimi impiegati a bordo di navi battenti bandiera di uno Stato membro dell’Unione Europea o dello Spazio economico europeo (SEE) possono essere parzialmente o totalmente ridotti.

Nell’applicazione delle c.d. Linee Guida Marittime (“Maritime Guidelines”), la Commissione è risoluta a garantire la coerenza e la parità di trattamento delle compagnie di navigazione in tutta l’Unione Europea, assicurando al tempo stesso che qualsiasi regime fiscale sul tonnellaggio e per i marittimi non sia in contrasto con le norme del mercato interno.

La Commissione garantisce in particolare che il trattamento fiscale favorevole delle compagnie di navigazione non si ripercuota su altri settori non collegati al trasporto marittimo, che non vi sia alcuna discriminazione nei confronti di altri organismi dell’UE o del SEE e che gli aiuti non superino il massimale stabilito dalle Maritime Guidelines.

Misure “Carbon Border

L’European Green Deal denota l’ambizione dell’Unione Europea di diventare indipendente dai combustibili fossili entro il 2050. Il raggiungimento di tale obiettivo è ambizioso e si parla di un fondo di investimento di 1.000 miliardi di euro per facilitare la de-carbonizzazione dell’economia dell’Unione Europea.

Un elemento del progetto è la possibile introduzione di una tassa, da imporre alla frontiera, sul carbonio emesso nella produzione di beni che stanno per essere importati nell’Unione Europea. L’approccio alla tassazione delle importazioni ad alta intensità di carbonio sarà testato in due settori, quello dell’acciaio e quello del cemento.

È chiaro che una misura di limite del carbonio alla frontiera sarà di per sé complessa e ancora più complessa sarà la sua attuazione. Ciò significa, in effetti, che l’Unione avrà bisogno di meccanismi per verificare le dichiarazioni degli importatori in merito alle esatte emissioni associate al bene da importare e agli eventuali costi connessi al carbonio già sostenuti. Se si pensa che le misure di antidumping e anti-sovvenzioni siano complesse, occorrerà aspettare di vedere come sarà la verifica relativa alle emissioni di carbonio.

La Commissione si è posta l’obiettivo di presentare proposte nel 2021. Questo tema sarà difatti uno degli elementi chiave per il raggiungimento dell’indipendenza dai combustibili fossili nell’Unione Europea e sarà al centro della politica climatica europea.

 

Il contenuto di questo articolo ha valore solo informativo e non costituisce un parere professionale.
Per ulteriori informazioni contattare Bernard O’Connor.

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