Nctm News
30/10/2018
Capital Markets

I piani individuali di risparmio: risultati raggiunti e prospettive per il futuro

Nctm Studio Legale e Deloitte hanno presentato lo studio
“I PIANI INDIVIDUALI DI RISPARMIO: RISULTATI RAGGIUNTI E PROSPETTIVE PER IL FUTURO”
a cura di JeMe Bocconi (Junior Enterprise di studenti dell’Università Commerciale L. Bocconi)

All’evento, che si è tenuto il 29 ottobre a Palazzo Giureconsulti a Milano, hanno partecipato:
Paolo Montironi, Senior Partner, Nctm Studio Legale
Paolo Gibello, Partner Deloitte
Savino Capurso, Senior Manager, Deloitte
Luca Ferrari Trecate, Of Counsel, Nctm Studio Legale
Stefano Firpo, Direttore Generale, Ministero dello Sviluppo Economico
Massimo Mazzini, Direttore Marketing e Sviluppo Commerciale Eurizon Capital
Ciro Rapacciuolo, Economista, Centro Studi Confindustria
Maurizio Ferrero, Partner Deloitte
Lukas Plattner, Partner, Nctm Studio Legale

Paolo Montironi, Senior Partner, Nctm Studio Legale ha dichiarato: “I PIR sono il primo strumento di attenzione verso l’economia italiana composta in maggioranza da PMI. Possono essere considerati un elemento di evoluzione che consente di trasferire capitali al sistema imprenditoriale che normalmente ricorre principalmente al credito bancario, ma anche strumento educativo con l’imporre alle aziende elementi di compliance. Questo aspetto, insieme alla convenienza per il risparmiatore, ne fa uno strumento di modernizzazione che consente di fare sistema per l’economia del Paese. Noi come Nctm abbiamo quindi ben volentieri collaborato a questa analisi sull’impatto dei PIR sviluppata con Deloitte e JeMe Bocconi, dato che siamo strutturalmente vocati alla partnership con l’imprenditoria italiana, come dimostra la nostra leadership nel numero di quotazioni sull’Aim e per il numero di operazioni di M&A in Italia”.

Luca Ferrari Trecate, Of Counsel, Nctm Studio Legale, ha dichiarato: “I PIR sono stati il primo prodotto finanziario ad aprire il mondo delle PMI ai risparmiatori retail, che possono così affacciarsi ad investimenti nel capitale di rischio delle PMI domestiche mediati dall’intervento di un operatore professionale, l’asset manager.
Il successo di tale formula è dimostrato dal significativo incremento nei valori e, soprattutto, nei volumi degli scambi sul mercato AIM Italia/MAC, mercato elettivo per le PMI italiane che vogliono raccogliere capitale. L’interazione tra PIR e AIM Italia/MAC ha dimostrato di essere particolarmente virtuosa, infatti l’ingresso dei PIR ha migliorato significativamente l’efficienza di tale mercato. L’afflusso di nuova finanza sul mercato di riferimento si è perlopiù scaricato sui volumi scambiati e la crescita dei prezzi, che pure si è riscontrata, ha riflesso la maggiore liquidità del mercato piuttosto che l’eccesso di domanda di investimento.
La caratteristica dei PIR di essere un prodotto destinato a rimanere nel portafoglio dei risparmiatori per un periodo di medio termine, almeno cinque anni per poter beneficiare delle agevolazioni fiscali, avrà un effetto positivo in fasi di mercato connotate da grande volatilità, quale quello attuale, e porterà ad una ancora maggiore maturità il mercato AIM Italia/MAC.
L’auspicio per il futuro è che vi sia una stabilità della normativa di riferimento e un allargamento dei PIR a nuove fonti di risparmio, per esempio il risparmio pensionistico, che potrebbero ritrarre interessanti benefici dall’investimento professionale nelle PMI italiane”

Lukas Plattner, Partner, Nctm Studio Legale, ha dichiarato: “I PIR si inseriscono nell’ampio novero di provvedimenti varati in sede domestica e comunitaria per incentivare lo sviluppo di un robusto ecosistema dedicato alla raccolta di equity e debito da parte delle PMI al fine di supportarne la crescita, affianco al canale bancario, che costituisce il principale driver per incrementare l’occupazione, la produttività, la profittabilità e la resilienza del nostro tessuto imprenditoriale.
Gli impatti di tale attività normativa sono stati più che positivi se si guarda al sempre maggior numero di start-up innovative, di PMI Innovative, di società che collocano su diversi segmenti strumenti di equity e debito e, non da ultimo, di investimenti organici da parte delle imprese.
Ora, si tratta di migliorare costantemente un ottimo quadro sulla base dei (confortanti) dati empirici. Si può, ad esempio, pensare di elevare la quota di investimento nei PIR, di inserire dei vincoli di investimento verso le start-up e le società quotate sui mercati di crescita per le PMI, di introdurre degli incentivi fiscali ulteriori per chi investe in PIR costituiti come fondo chiuso o ELTIF. L’ecosistema sta crescendo ed ora è necessario preservarlo, nutrirlo e curarlo in maniera tale che le PMI del nostro Paese possano godere di un sistema finanziario specifico e ottenere i successi che meritano in Italia e sul piano internazionale”.

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