Cina, un asset da maneggiare con le molle
Tratto da Repubblica – Economia e Finanza
Shanghai. Quattro negozi cinesi di abbigliamento sulla stessa via che chiudono i battenti nell’arco di un week-end; biciclette condivise “in sharing” parcheggiate in tutti gli angoli; Qrcode per i pagamenti via smartphone esposti nei chioschi più periferici; carte di credito occidentali rifiutate dai ristoranti internazionali del centro. Shanghai è lo specchio delle contraddizioni della Cina. Il paese convive con il passato più remoto mentre è proiettato verso il futuro. Paradossi che fanno sì che il mondo occidentale abbia ancora tanta diffidenza verso il Dragone. La paura di investire, di fare business in quel gigantesco mercato persiste. Eppure si è sempre più spinti verso il Dragone.
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…la legge è cambiata, non è più necessario avere un socio locale per aprire un’impresa. Ma, comunque bisogna, rapportarsi a fornitori, acquirenti
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In agguato ci sono anche i falsi acquirenti: «Attenzione alle proposte di contratto che spuntano dal nulla», avverte Carlo Geremia, solicitor e advisor dello studio legale Nctm. Spiega Geremia: «Diffidare di chi non negozia il contratto ma insiste soltanto sulla presenza di persona in sede per la firma o sul preventivo pagamento di spese di notaio, dietro si nasconde sicuramente una truffa».
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