Le competenze richieste per l’utilizzo delle Spac
Tratto da Legal
Sono già una quindicina le Spac attive sul mercato. L’acronimo sta per Special purpose acquisition company. Semplificando al massimo, si tratta di veicoli di investimento contenenti esclusivamente cassa, costituiti appositamente per raccogliere capitale presso gli investitori. Una volta completato il funding, si avvia la caccia di una preda, che si cerca quindi di conquistare. Se l’operazione va in porto, la Spac e la società target vengono fuse e quest’ultima si trova già quotata a piazza Affari. Data la natura di questo veicolo, scegliere di investire sulla Spac significa mettere una fiche sulla fiducia ed è per questo motivo che i promotori di queste realtà sono personaggi molto noti e apprezzati dalla comunità finanziaria.
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Il ruolo degli avvocati
(…) Prevale la grossa taglia. Come segnala Lukas Plattner, equity partner di Nctm, dal punto di vista dell’assistenza legale in genere queste operazioni sono appannaggio degli studi di maggiori dimensioni «che sono in grado di assistere il cliente rispetto ai profili di capitai market e private equity». Per Plattner alla base del successo dello strumento vi è anche un’altra ragione: «II mercato italiano è contraddistinto da un alto grado di fallimento delle Ipo (circa 50%, il più alto tasso nella Uè, ndr) e le Spac rappresentano una buona soluzione per ovviare a tale circostanza non scontando il rischio del successo dell’offerta. Lato imprenditore vi è il vantaggio di poter definire con un unico investitore il valore economico dell’impresa. Si tratta di una soluzione per finanziare le imprese tramite la quotazione in Borsa che presenta quindi, rischi inferiori di insuccesso rispetto a una Ipo classica». La diffusione di questi veicoli, prosegue l’avvocato di Nctm, è destinata a rafforzarsi, grazie anche agli incentivi legali ai Pir, che creano nuovi flussi di investimento verso le aziende a piccola e media capitalizzazione che si quotano. «Le imprese devono cogliere questa occasione per sostenere e forse accelerare la crescita nel prossimo triennio», sottolinea Plattner. «Inoltre, le banche, dopo una frase di diffidenza motivata dalla disintermediazione nella fase di raccolta, hanno compreso che si tratta di uno strumento efficace per accompagnare le imprese nella loro crescita».