Pir e polizze: la raccolta premia CreditRas e Poste
Novità che non piace più di tanto agli agenti
Come si può vedere dai numeri le iniziative assicurative non hanno avuto per ora un grande successo. Colpa della partenza ritardata di quasi un anno, colpa dei mercati che hanno raffreddato gli entusiasmi iniziali. Ma anche di motivi strutturali.«A differenza dei fondi Pir proposti da Sgr, i Piani assicurativi hanno avuto più difficoltà nel decollo essenzialmente per tre motivazioni -spiega Luca Ferrari Trecate di Nctm Studio Legale che ha recentemente curato uno studio dedicato agli strumenti Pir con la collaborazione di JeMe Bocconi e Deloitte-. In primis per molti emittenti i Pir sono un prodotto che è entrato in concorrenza diretta con gli analoghi prodotti Ucits. Per le reti di vendita inoltre la polizza Pir non aggiunge molto valore rispetto agli altri prodotti assicurativi già in collocamento (multiramo e unit) che sono comunque esenti da tasse di successione e che sono generalmente meno rischiosi. Infine va considerato che nel caso dei piani proposti dalle compagnie spesso si tratta di pacchetti standardizzati con dei costi di strutturazione che comunque sono già abbastanza elevati seppure con grande variabilità tra un prodotto e l’altro». Certo sul bilancio finale spesa anche il nodo costi: come emerso da alcune indagini di Plus24 realizzate negli scorsi mesi tra caricamenti iniziali, commissioni di gestione e costi dei fondi sottostanti che portano il conto anche oltre il 5% annuo.
Vi è poi anche una motivazione legata al rischio che riguarda in particolare il canale tradizionale. Gli agenti non sono mai stati troppo avvezzi a offrire prodotti molto volatili: non a caso il prodotto principe sono sempre le polizze rivalutabili a capitale garantito e a fatica stanno proponendo unit.
Tra le reti assicurative tradizionali prevale una filosofia conservativa, che è poi sinonimo di protezione. Se si guardano i dati dei primi dieci mesi 2018 si scopre che gli agenti hanno incassato premi sui Pir per poco più di 73 milioni di euro (pari allo 0,8% del totale vita). Un dato veramente marginale rispetto agli 1,6 miliardi del canale bancario.
Tratto da Plus24 – Il Sole 24 Ore