Anche nel mondo degli studi legali e dei commercialisti i temi ESG sono diventati oramai un elemento imprescindibile. Ne è un esempio ADVANT Nctm, studio legale indipendente con oltre 250 avvocati e dottori commercialisti, che nell’ultimo anno ha avviato il Focus Group ESG. Il gruppo è composto da professionisti con diverse specializzazioni per integrare concretamente la mission e i criteri ESG nell’attività dello studio e per implementare un codice di condotta coerente con l’Agenda 2030. Ad un anno dal lancio del Focus Group ESG, ADVANT Nctm ha tracciato un primo bilancio delle attività.
Il Focus Group ESG di ADVANT Nctm è strutturato per assistere banche, asset manager e aziende (quotate e PMI) in tutti gli aspetti legali associati ai rischi e alle opportunità connesse all’ESG e per supportarli nell’adozione e nell’implementazione della loro strategia di sostenibilità. Tra le tematiche sulle quali lo studio legale pone particolare attenzione vi sono: ESG e finanza sostenibile; corporate governance e responsabilità sociale d’impresa, profili giuslavoristici e sicurezza sul lavoro, aspetti ambientali, immobiliari e regolatori,rischio di contenzioso ambientale, climatico e di greenwashing e supply chain e sostenibilità.
Il nuovo gruppo ESG, quindi, ha ampliato il raggio d’azione dell’advisory legale portandolo a rivestire un ruolo di partner nella transizione delle imprese, accompagnandole a un adeguamento delle proprie policy per incorporare i criteri ESG in modo da rispondere alle attuali e prospettiche richieste normative. Un ruolo che svolge sia verso i clienti privati (aziende o istituti finanziari) ma anche collaborando con le grandi istituzioni per la definizione di policy internazionali. Ne è un esempio l’assistenza, assieme ad altri primari esperti internazionali, alla Commissione europea, volta a facilitare la creazione di standard di green loan per la Cina, il Paese con il mercato più importante per questi prodotti. L’obiettivo è quello di indirizzare i finanziamenti delle banche locali verso i progetti allineati a standard rispondenti alla tassonomia green. Il progetto assume un’importanza ancora maggiore se si pensa che il 13% delle emissioni mondiali dell’ambito Scope 3 proviene dalla Cina.
L’attività del Focus Group ESG si muove su due binari: lo sviluppo della policy ESG interna e quella rivolta ai clienti.
Tra i risultati legati all’organizzazione interna dello studio, vi è la riduzione dell’impatto dell’attività aziendale sull’ambiente e il miglioramento della trasparenza dell’attività. “Il Focus Group ESG, con il contributo anche di collaboratori più junior, è partito dalla necessità di fissare i principi fondamentali da applicare all’interno dello studio e ha definito un codice di condotta e delle politiche ambientali, di diversità e inclusione nonché di gestione degli acquisti in un’ottica sostenibile. È stato predisposto un processo per la valutazione puntuale del nostro impatto ambientale con il calcolo dell’impronta carbonica, al fine di ridurre le nostre emissioni e di raggiungere nel tempo la neutralità carbonica”, spiega Paolo Montironi, Senior partner di ADVANT Nctm.
“Ci siamo dotati di un sistema di gestione dei rischi ESG con la creazione di comitati con competenze ad hoc e con l’introduzione di una policy di whistleblowing”, ha aggiunto Vittorio Noseda, membro del Board ADVANT. “Parimenti è stato tenuto un intenso programma di training interno su tematiche ESG: la formazione dei nostri professionisti su questi temi è centrale al fine di potere assistere al meglio la nostra clientela.”
Per quanto riguarda l’attività rivolta all’esterno, lo studio è impegnato, tramite il Focus Group ESG, in progetti che sostengono le banche, le imprese e altri stakeholder nella definizione dei rischi e delle opportunità legate alla sostenibilità, attraverso, ad esempio, il supporto alle PMI e il sostegno alle banche e alle società nello sviluppo di prodotti, nonché nel miglioramento delle policy di engagement, supportando le società emittenti nei processi di engagement con gli investitori.
Tra le attività intraprese vi è lo sviluppo di standard di due diligence ESG per PMI in settori particolarmente sensibili da un punto di vista ambientale che possono essere utilizzati in operazioni di M&A e che lo studio porta avanti anche assieme ad esperti esterni, progetto che è sotto la supervisione dell’Avv. Francesca Bonino, partner esperta di diritto ambientale.
L’analisi delle problematiche legate alla supply chain e come proteggere le imprese clienti dal rischio reputazionale attraverso l’introduzione di presidi a livello contrattuale è un’altra area rilevante in cui lo studio lavora attivamente e ha sviluppato una particolare sensibilità su temi legati alla protezione della biodiversità e degli ecosistemi. L’assistenza ai clienti per le politiche di sostenibilità per gli aspetti social e di wellbeing e per gli aspetti legati alla protezione dei diritti umani nella supply chain, sotto la guida dell’Avv. Michele Bignami, partner responsabile della practice di diritto del lavoro dello studio, è di immediata utilità per le imprese.
Tra le tante iniziative messe in atto dal gruppo dello studio è di particolare interesse il Transition Risk Tool, uno strumento, spiega Riccardo Sallustio – partner di ADVANT Nctm – nato dall’esigenza degli istituti di credito di fare engagement con i propri interlocutori per permettere di assegnare un rischio ESG ai propri prodotti nonché alla concessione delle linee di credito. Il Tool è rivolto sia alle banche sia alle imprese e serve a valutare il rischio di transizione. Tale rischio è formato da elementi legati a diverse macroaree, tra cui policy significative a livello globale ed europeo, la consumer preference, il rischio tecnologico e gli elementi legali come la climate change litigation, ovvero il contenzioso climatico, tema molto attuale per le aziende e per le banche. Accanto a questi fattori vi sono anche le opportunità, che hanno un peso nella determinazione del rischio di transizione.
Per quanto riguarda il processo di definizione dei rischi, il Tool esamina il panorama legislativo in diverse aree, dal carbon pricing, alla reportistica, alla governance, ma tiene conto anche del livello di adozione di best practice da parte delle imprese, esistenti e in fieri. La logica che ispira lo strumento, infatti, è quella di fornire un’analisi del rischio di transizione forward looking, quindi che guarda in avanti, per trasferire un valore aggiunto al cliente: “Cerchiamo di portare valore aggiunto fornendo al cliente una visione d’insieme per aiutare a comprendere l’evoluzione dei settori economici in transizione in un’ottica anche di policy e legale per contribuire alla migliore gestione della governance della transizione all’interno della singola impresa. L’obiettivo del Tool è dare risposte concrete a investitori, imprese e altri stakeholder”, afferma Sallustio.
I settori che vengono presi in considerazione dal Tool in questa prima fase sono cinque, e sono quelli che rivestono un ruolo determinante nella transizione verso il net zero, i cosiddetti “hard to abate” in termini di emissioni di gas serra, ovvero: l’automotive, l’acciaio, il cemento, la plastica e il navale. I professionisti di ADVANT che hanno progettato questo strumento analizzano la legislazione di riferimento per ciascun settore, così come, anche col supporto di esperti esterni, la tecnologia esistente per mostrare al cliente le iniziative di sostenibilità di ciascun ambito. Infine, per ogni settore viene eseguita un’analisi dei rischi bottom-up nei cinque settori, per dare la possibilità al cliente di inserire tali elementi nel suo punteggio (score) interno finale.
Accanto a questo lavoro di definizione dei rischi e delle opportunità, il Transition Risk Tool fornisce anche gli strumenti alla banca per creare degli standard di due diligence settoriali che possono essere integrati nella valutazione del rischio di credito. Quindi, la banca dispone così di un documento da presentare al comitato crediti, che contiene una mappatura e una visione d’insieme che tiene conto sia della legislazione climatica che degli impatti potenziali anche legali e di policy su un determinato settore economico. Pertanto, dopo aver usufruito del servizio, il cliente di ADVANT è in possesso di dati di cui può discutere con gli stakeholder, di una policy di engagement e di un contratto di finanziamento che si attaglia alle peculiarità del processo di transizione dell’azienda da finanziare.
Un’altra iniziativa interessante portata avanti dall’avv. Angelo Anglani, partner del dipartimento contenzioso e arbitrati e dall’avv. Valentina Cavanna, managing associate ed esperta di diritto ambientale e ESG, è un progetto che, seppur in fase embrionale, mira a sviluppare un Climate Change Mitigation Toolbox, in collaborazione con accademici a livello internazionale sotto l’egida del Prof. Ivano Alogna del British Institute for International and Comparative Law, e i cui risultati saranno presentati alla COP del prossimo novembre.
“Noi forniamo di fatto assistenza ai clienti facendo un’analisi delle componenti di policy e legale del rischio di transizione. Ciò, è qualcosa di diverso rispetto a quello che fa l’advisory di sostenibilità tradizionale. Questa attività poi sfocia in assistenza nella governance e nel supporto alla gestione del rischio, lavorando assieme a climatologi, esperti di enterprise risk management, a consulenti strategici e ad esperti del rischio finanziario”, spiega Sallustio.