In data 6 aprile 2018, la Commissione Europea ha approvato due misure fiscali allo scopo di incoraggiare la registrazione delle navi in Europa e contribuire alla competitività del trasporto marittimo. In base al nuovo regime di tonnage tax, in Portogallo le società di trasporto marittimo pagheranno le tasse sulla base del tonnellaggio netto, piuttosto che sulla base dei loro redditi di impresa.
In particolare, il nuovo regime di imposta sarà applicato alle entrate principali derivanti dall’attività di trasporto marittimo e a determinate entrate accessorie relative ad operazioni di rimorchio e dragaggio. Il regime di tassazione sul tonnellaggio è previsto dalle Linee Guida della Commissione Europea in materia di aiuti di Stato ai trasporti marittimi del 2004, che consentono agli Stati membri di intraprendere azioni per migliorare le condizioni fiscali delle compagnie di navigazione al fine di evitare il loro trasferimento in paesi al di fuori dell'UE dove l’imposizione fiscale è più bassa. La condizione in base alla quale una società può beneficiare di tale regime impositivo è che una parte significativa della sua flotta sia battente bandiera di uno Stato appartenente allo Spazio Economico Europeo (SEE).
La seconda misura, relativa al regime degli operatori marittimi portoghesi, esenta i lavoratori impiegati sulle navi ammesse al nuovo regime di tonnage taxdal pagamento dell’imposta sul reddito delle persone fisiche. In questo modo, il regime rafforzerà la registrazione delle navi in Europa, preservando l’occupazione nel settore del trasporto marittimo.
In data 20 aprile 2018, la Commissione Europea ha approvato un regime di sostegno pubblico di circa 56 milioni di Euro per incentivare il trasferimento del trasporto merci dalla strada alla ferrovia in Svezia. La Commissione Europea ha affermato che le sovvenzioni alle società ferroviarie sono vantaggiose sia per l'ambiente che per la mobilità, senza compromettere la concorrenza nel mercato unico. In effetti, lo scopo della Commissione è ridurre la percentuale di merci trasportate su strada (40%) aumentando quella delle merci trasportate per ferrovia (circa il 20%) per ridurre al minimo l'inquinamento e la congestione stradale.
“Lasciare significa andarsene” vuole dire che, se non si raggiunge un accordo, il Regno Unito sarà obbligato a commerciare con l’UE in base alle regole del WTO che disciplinano la stragrande maggioranza degli scambi commerciali tra i Paesi del mondo. Pochissimi nel mondo degli affari vogliono questo esito. Tuttavia sembra sempre più probabile, nonostante Theresa May abbia presentato una nuova proposta a metà maggio. L'idea è di mantenere il Regno Unito vincolato ad alcune regole doganali europee per evitare una rigida frontiera con l’Irlanda, anche se per un periodo limitato. Il piano mira a superare l'impassenei colloqui sul confine irlandese dal momento che entrambe le parti hanno convenuto di evitare un rafforzamento delle frontiere verso quella che diventerà la frontiera tra l'UE e il Regno Unito.
La May sta cercando di tenere in riga quei politici all’interno del proprio gabinetto, i cosiddetti “Brexiters”, che non si devono preoccupare, sostiene la May, poiché il compromesso doganale sarebbe solo un “ponte” per un accordo successivo, vale a dire il regime doganale post-Brexit alla fine del periodo di transizione nel 2021. Un tale "ostacolo" temporaneo eviterebbe uno scossone per le imprese mentre, d'altro canto, congelerebbe temporaneamente la capacità del Regno Unito di avviare accordi commerciali con Paesi non UE. Boris Johnson ha chiesto che alla May venga concesso del tempo per negoziare un accordo che mantenga la sua promessa di portare l'Inghilterra fuori dall'unione doganale e dal mercato unico (anche se tra le righe del suo commento potrebbe essere visto un velato avvertimento al Primo Ministro affinché la soluzione intermedia non diventi una soluzione permanente).
In data 2 maggio 2018, la Commissione Europea ha approvato i piani di ristrutturazione per la compagnia di navigazione croata Jadroplov. Il piano è progettato per ridurre la pressione finanziaria derivante da indebitamento elevato. L'aiuto assume la forma di una sovvenzione insieme a due garanzie statali sui prestiti bancari per un importo totale di circa 14,2 milioni di euro. La Commissione ha basato la sua approvazione sul fatto che il piano di ristrutturazione consentirà a Jadroplov di diventare autosufficiente nel lungo termine senza un sostegno statale continuativo e che la potenziale distorsione della concorrenza sia mitigata dalle vendite di attività effettuate dalla società.
L'accordo raggiunto il 13 aprile 2018 presso l’Organizzazione Marittima Internazionale (IMO) avalla una strategia per ridurre le emissioni di gas a effetto serra prodotte dallo shippinginternazionale di almeno il 50% entro il 2050. L’UE riconosce che attualmente lo shippingrappresenta il 2-3% delle emissioni globali di CO2 che potrebbero aumentare fino al 10% se non viene intrapresa alcuna azione. Oltre alla strategia per ridurre le emissioni di gas serra, l'accordo comprende un elenco completo di possibili misure di riduzione a breve termine. La Commissione Europea sottolinea che è fondamentale che questa strategia iniziale abbia successo e che misure di riduzione efficaci siano rapidamente adottate e attuate prima del 2023. Lo stanziamento di 10 milioni di euro per il progetto gestito dall'IMO dimostra l'impegno della Commissione verso il rispetto dell'obiettivo stabilito dall'Accordo di Parigi. L'UE è determinata a continuare a svolgere un ruolo attivo ed a perseguire una forte azione globale sulle emissioni nel settore marittimo.
Il commissario per il clima Miguel Arias Canete ha rivelato che l'UE insisterà per raggiungere l’obiettivo di zero emissioni nette entro il 2050 come parte della sua nuova strategia di decarbonizzazione a lungo termine.
L'obiettivo delle emissioni zero sarebbe in linea con l'obbligo previsto dall'accordo di Parigi di limitare il riscaldamento globale a 1,5°C e rifletterebbe la posizione dell'UE come leader nella transizione mondiale all'energia pulita. L'elevata ambizione per il futuro può essere vista oggi concretamente nel fatto che l'UE raggiungerà il suo obiettivo sul clima entro il 2020 e che la transizione verso l’energia pulita e altre iniziative correlate rappresenteranno il 25% della spesa dell'UE nell'ambito di un piano di bilancio europeo di 7 anni presentato dalla Commissione il 2 maggio 2018.
Questa decisione comporterà un aumento di 114 miliardi di euro rispetto all'ultimo bilancio e contribuirà a inviare i giusti segnali che rafforzeranno la fiducia degli investitori sul fatto che l'UE sia sulla buona strada per attuare l'accordo di Parigi.
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