La tua ricerca

    16.01.2023

    Il nostro punto di forza è la business proposition: un servizio di alto livello, con un approccio internazionale e di qualità, ma con prezzi in linea con il mercato nazionale


    Paolo Montironi è uno dei più riconosciuti ed apprezzati avvocati d’affari del panorama italiano e fondatore nel 2000 , insieme ad Alberto Toffoletto e Negri-Clementi, di Nctm, oggi parte di ADVANT, la prima swiss-verein continentale.  Noto nell’ambiente per un approccio fortemente imprenditoriale , che lo ha portato a rivoluzionare la gestione di uno studio legale grazie ad un management strutturato come un’azienda, l’Avv. Montironi nel corso della sua carriera ha sempre investito sull’innovazione, come testimoniano  i progetti vincenti di UniQLegal e Next Legal, e sull’internazionalizzazione,  di cui ADVANT rappresenta il successo più grande. Di seguito l’intervista al socio fondatore di ADVANT Nctm:

     

     

     

    Leaders League: Come ha deciso di diventare avvocato?

     

    Paolo Montironi: Non sono “figlio d’arte” né ho mai avuto il desiderio di fare l’avvocato, in un certo senso si può dire che lo sia diventato quasi per caso. Infatti, mi sono iscritto a giurisprudenza perché non avevo ancora le idee chiare su cosa volessi fare “da grande” e ritenevo che questa facoltà potesse lasciarmi aperte diverse opportunità di carriera. In realtà all’epoca quello che mi appassionava davvero era il tennis, che insegnavo a tempo pieno durante gli studi. In quegli anni ho fondato e gestito una scuola di tennis, che ha subito ottenuto un buon successo e che è ancora oggi in attività.  Questa esperienza mi ha portato a sviluppare un approccio imprenditoriale, che mi è stato molto utile nel corso della mia carriera.

     

     

     

    Quali sono stati gli esordi della sua carriera nel mondo legale?

     

    All’inizio mi occupavo soprattutto di risarcimento danni connesso a incidenti auto e recupero crediti. Onestamente non erano attività particolarmente stimolanti e già dopo pochi mesi ho iniziato a guardarmi attorno per trovare un ambito legale che potesse davvero suscitare il mio interesse. Così ho focalizzato la mia attenzione sul settore M&A, che a quei tempi era agli albori, forse anche perché attratto dalla sua affascinante aura di internazionalità. Ho mandato il CV a realtà specializzate e ho avuto la fortuna di essere preso dallo studio dell’avvocato Negri-Clementi. Si è trattata di un’autentica svolta per la mia carriera, perché ho avuto il privilegio di lavorare ogni giorno fianco a fianco del socio fondatore, che mi ha dedicato molto tempo, condividendo la sua grande esperienza e le competenze maturate in tanti anni di attività.  Lavorare con un professionista di quel livello ha acceso in me la passione che probabilmente non avevo all’inizio del mio percorso, anche perché incominciavo a rendermi conto di essere portato per questo lavoro e di poterlo svolgere con successo. Sono così diventato socio quando non ero ancora procuratore legale, prima di aver superato l’esame di abilitazione. Nel frattempo, anche lo Studio cresceva e si cercavano iniziative volte a compiere quel salto di qualità necessario per competere ad alti livelli sul mercato. Negli anni 90’ prima abbiamo sperimentato per un certo periodo la fusione con lo studio americano Graham & James, salvo poi ritornare indipendenti; in seguito  ci siamo associati con Ashurst, diventando per un certo periodo il loro referente italiano.

     

     

     

    Come è nato lo studio Nctm?

     

    Nctm nasce nel 2000 dalla fusione tra lo Studio Negri-Clementi, Montironi e lo Studio Toffoletto, uno dei più importanti e prestigiosi nell’ambito del diritto del lavoro. Era un progetto che avevo fortemente voluto, insieme ad Alberto Toffoletto,  e che avevo seguito in prima persona, ritenendo che il futuro dell’assistenza legale sarebbe stato rappresentato da uno studio “a servizio completo”, un one stop shop, in cui ogni dipartimento avrebbe potuto svilupparsi autonomamente senza risultare ancillare alle aree di pratica di riferimento degli altri grandi studi (M&A e Banking sopra tutti). Non è casuale la scelta del nome, Nctm, un acronimo delle iniziali dei fondatori, perché allora quasi tutti gli studi portavano nell’insegna il cognome degli avvocati che li avevano creati e ovviamente questo generava diverse problematiche nel momento del passaggio generazionale o in caso di contrasti interni. L’idea invece era stata fin da subito quella di creare uno studio più simile a un’azienda con un brand riconoscibile che sopravvivesse ai suoi fondatori e non fosse strettamente legato solo ad uno o due soci. Per questo il nostro primo logo presentava un lettering che richiamava a livello stilistico quello del famoso SPQR dell’antica Roma. All’inizio ci occupavamo solo di diritto civile, diritto del lavoro, consulenza societaria, M&A e contenzioso ma abbiamo iniziato piano piano a costruirci una reputazione che ci ha spinto ad allargarci fino ad includere tante altre aree di pratica. Quello che ci distingueva dalla concorrenza era l’età media dei soci (38 anni), decisamente bassa in un mercato caratterizzato da professionisti più senior. A partire da questa base solida è iniziata una campagna di acquisizione, tramite lateral hirings, volta a portare in Studio professionisti con competenze in diverse aree legali in modo da allargare progressivamente la nostra offerta di servizi.

     

     

     

    Come è nato il progetto ADVANT?

     

    La creazione di ADVANT è stata una logica conseguenza del percorso di crescita da noi intrapreso. Dopo anni ricchi di riconoscimenti e soddisfazioni eravamo consapevoli di aver raggiunto un importante successo sul mercato italiano che ci obbligava a porci la fatidica domanda: e adesso? Sapevamo che spingersi oltre a livello locale sarebbe stato molto complesso e allora ci è apparso evidente che il volano di crescita era rappresentato dall’espansione internazionale. Dopo aver aperto delle sedi a Londra e in Cina, sapevamo di essere di fronte a un bivio con due opzioni: la prima era quella di farsi “inglobare” da un’importante realtà internazionale, magari di origine anglosassone, che avrebbe portato alla fine di Nctm, il cui nome sarebbe di fatto scomparso, e la seconda era la creazione di un network con altri studi legali stranieri. La prima via era la più semplice per noi che non avremmo dovuto neanche più sobbarcarci l’onere di essere “originator”, ma limitarci semplicemente a lavorare su clienti e pratiche provenienti dalla “casa madre”, ma l’abbiamo scartata perché avrebbe significato cancellare oltre 10 anni di duro lavoro per la costruzione del brand Nctm in Italia. Lo studio era la nostra creatura ed era nostra intenzione portare avanti la nostra visione e le nostre idee. Così abbiamo deciso di affrontare un cammino molto più difficile e irto di rischi come quello dell’associazione internazionale con studi stranieri. In questo senso ci è venuta in soccorso la Brexit nel 2016 perché ci ha aiutati a chiarire più precisamente i contorni di questo progetto. Dal momento che la Gran Bretagna aveva deciso di allontanarsi dall’UE ci è sembrato logico e coerente investire su una proposta europea che raggruppasse esclusivamente gli studi continentali. Collaborando già attivamente con lo studio tedesco Beiten Burkhardt, abbiamo quindi focalizzato l’attenzione sulla ricerca di uno studio francese che abbiamo poi individuato in Altana, con cui l’intesa si è rivelata subito soddisfacente.

     

     

     

    Qual è la vostra proposta internazionale dopo la creazione di questa associazione?

     

    ADVANT è stata ufficialmente lanciata nel settembre 2021 ma il processo di evoluzione è ovviamente ancora in corso. Le diverse aree di pratica dei tre studi stanno imparando a conoscersi e soprattutto a lavorare congiuntamente coordinando le attività e condividendo clienti e informazioni. Il nostro obiettivo è quello di arrivare a un punto in cui l’integrazione avrà raggiunto livelli tali per cui ci presenteremo al mercato esclusivamente come ADVANT senza più riferimenti a Nctm, Beiten ed Altana. Riteniamo che il nostro punto di forza sia la business proposition: offrire ai clienti un servizio legale di alto livello, con un approccio internazionale e con la stessa qualità dei migliori studi anglosassoni, ma con prezzi assolutamente in linea con il mercato nazionale. Inoltre, ci tengo a sottolineare che il progetto di ADVANT è  solo all’inizio, perché non è da escludere -ed anzi è auspicabile- il coinvolgimento futuro di altri paesi per rendere sempre più europea la nostra associazione.

     

     

     

    Siete anche molto attivi nel settore del legal tech. Può dirci di più dei vostri progetti?

     

    Abbiamo investito molto sul legal tech e sui sistemi di documentazione smart. È un processo che abbiamo intrapreso grazie ad Alberto Toffoletto il quale, fin da tempi “non sospetti”, quando erano davvero in pochi a crederci, ha sempre puntato su questi software come strumenti fondamentali per supportare e migliorare il lavoro dell’avvocato nel mondo di oggi. Nel 2020 abbiamo costituito UniQLegal insieme allo studio La Scala e Unicredit. Si tratta di un’iniziativa innovativa che ha messo a fattor comune la considerevole esperienza e le avanzate tecnologie di gestione degli studi coinvolti con le competenze e i processi della Direzione Legale del Gruppo UniCredit al fine di gestire in modo più efficace ed efficiente il contenzioso  bancario, ed in particolar modo quello seriale.

    Inoltre la nostra società di servizi IT, Legalsoftech, con il contributo imprescindibile e la supervisione dei team interdisciplinari dei soci di UniqLegal, ha anche sviluppato un compositore automatico mediante il quale, rispondendo ad un percorso guidato di domande, il sistema è in grado di generare in automatico un testo contrattuale completo. Una volta creata la base di partenza, siamo in grado di personalizzarla a seconda delle esigenze, minimizzando il rischio, risparmiando tempo e massimizzando il risultato.

    Abbiamo costituito anche Next Legal, che si occupa di recupero crediti, con base a Bologna e un’unità operativa a Milano. Si tratta di una società tra avvocati per azioni promossa nel giugno 2020 in partnership con CRIBIS Credit Management, società del Gruppo CRIF specializzata nella gestione end-to-end del credito problematico anomalo.

     

     

     

    Qual è il vostro modello di governance?

     

    Il nostro modello di governance è molto simile a quello di una S.p.A. e quando fu proposto nel 2000 rappresentò un elemento distintivo ed unico nell’allora panorama italiano.  Infatti, abbiamo un’assemblea dei soci, un consiglio di amministrazione, un comitato esecutivo, e un senior partner che presiede questi organi di controllo e gestione. Inoltre, siamo stati i primi ad introdurre in Italia il cosiddetto “modified lockstep”, ossia un sistema di ripartizione degli utili basato non solo sulla seniority dei professionisti, ma anche sulle loro performance, senza dimenticare la necessaria componente di solidarietà e stabilità reddituale.

    I budget sono approvati dall’assemblea e ogni quadrimestre abbiamo una revisione con proiezioni finanziarie. Il budget dei costi eè storicamente molto attendibile, con una percentuale di scostamento del consuntivo nell’ordine  delll’1-2%  rispetto al preventivo, e con una gestione finanziaria molto prudente che si basa quasi esclusivamente sull’autofinanziamento. Anche il nostro sistema di distribuzione dei profitti è estremamente trasparente. In base ad un sistema di punti che si basa anche, ma non solo, sulla performance, ogni socio conosce esattamente in anticipo le sue entrate e non ci sono mai discussioni in merito.

     

     

     

    Lo studio è molto attivo nel settore dell’arte. Quali sono le iniziative e i progetti che avete intrapreso?

     

    Il nostro impegno attivo nel mondo dell’arte è iniziato circa 20 anni fa, in quanto l’avvocato Negri-Clementi era un grande collezionista di arte moderna e contemporanea. Dopo la creazione di Nctm, grazie all’ingresso in Studio di Alberto Toffoletto, siamo stati sempre più coinvolti. Su sua iniziativa, dal 2011 è sato creato il progetto nctm e l’arte, affidato a Gabi Scardi, un’importante curatrice di arte contemporanea che, fra le varie attività, durante l’anno organizza eventi nel nostro studio dove sono esposte le varie opere della collezione, arricchita ogni anno con nuovi esemplari dei giovani artisti, riconosciuti anche a livello internazionale. In occasione degli eventi organizzati, l’artista si racconta al pubblico presente  stimolandone la partecipazione attiva. Abbiamo istituito anche una borsa di studio, Artists-in-Residence, giunta ormai alla quindicesima edizione, dedicata ad artisti visivi residenti in Italia che desiderino partecipare a programmi di residenza artistica, con sede fuori dall’Italia e riconosciuti a livello internazionale dal mondo dell’arte.

     

     

     

    Quali cambiamenti ha riscontrato negli anni nella sua professione?

     

    La professione è molto cambiata. Quando ero più giovane, mi capitava di lavorare due o tre giorni di fila senza mai andare a dormire perché ero ambizioso e volevo raggiungere i traguardi professionali che mi ero prefissato. Oggi si presta, giustamente, molta più attenzione al work life balance ed inoltre il mondo dell’avvocatura ha perso un po’ del suo fascino rispetto ad un tempo. Quando ho iniziato io, l’avvocato era una delle professioni più interessanti che si potessero intraprendere mentre oggi le alternative stimolanti ed attraenti per i ragazzi sono innumerevoli, in Italia ed all’estero. Di conseguenza essere fedeli alla stessa realtà è diventato molto più difficile. Io, dal canto mio, sono orgoglioso di poter dire di non aver mai cambiato posto di lavoro, ma al contempo sono contento che sia stato il posto di lavoro a cambiare, rispecchiando così i cambiamenti avvenuti nella società nel corso di oltre 20 anni. Ad esempio, per ritornare alla domanda di partenza, noto con piacere che ormai tutti i più grandi studi italiani possano contare su avvocati altamente specializzati in una determinata area di pratica. Può sembrare banale ma non lo è considerando che quando lanciammo Nctm , nel 2000, in molti si presentavano sul mercato come “tuttologi”, come esperti di qualunque ambito del diritto. Ho sempre ritenuto “pericoloso” questo approccio superficiale, ritenendo che non potesse contribuire ad un’assistenza legale di qualità; è per questo che fin dall’inizio il nostro Studio ha puntato con decisione sulla specializzazione dei suoi professionisti, istituendo l’obbligatorietà di un massimo di due specializzazioni, possibilmente anticicliche, in modo che il giro d’affari non ne risentisse. Questa decisione ha comportato la perdita di alcuni soci, che non hanno ritenuto di aderire a questa impostazione, ma ne è valsa la pena per ribadire la nostra visione e la necessità inderogabile di un’assistenza puntuale, specifica e di elevata qualità.

     

     

     

    Avete anche istituito borse di studio e premi di laurea. Qual è l’approccio di ADVANT Nctm nei confronti dei giovani talenti?

     

    Al momento siamo oltre 250 professionisti e circa 70 dipendenti. L’obiettivo dello Studio è ovviamente continuare a crescere investendo sui talenti migliori ma non è facile attrarli né tantomeno trattenerli per i motivi sopra esposti. Una volta era sufficiente la soddisfazione economica o la prospettiva di carriera. Adesso non basta più. Come spiegavo prima, oggi i giovani prestano attenzione ad altri aspetti che esulano anche dall’ambito lavorativo, vogliono fare esperienze e migliorare non solo dal punto di vista professionale ma anche a livello personale. Per questo abbiamo investito molto sulla formazione attraverso un percorso di crescita dedicato ai praticanti, ADVANT Nctm Academy, manteniamo rapporti di collaborazione con alcune delle più importanti università italiane, ed istituito un premio rivolto ai migliori studenti e laureati in Giurisprudenza. Inoltre in Advant è attivo un programma di secondment internazionale, che consente ai giovani di fare significative esperienze all’estero, nelle varie sedi del network.

     

     

     

    Quali sono le ambizioni per il futuro dello studio?

     

    ADVANT è stato probabilmente l’ultimo grande progetto della generazione dei soci fondatori di cui faccio parte. In questi anni, il pensiero fisso dei fondatori è sempre stato quello di creare uno studio che ci sopravvivesse e che andasse al di là dei nomi, pur prestigiosi, dei professionisti che ne fanno parte oggi. Io e gli altri soci siamo entusiasti di aver dato vita, con ADVANT, a quella che vediamo come un’istituzione con una prospettiva davvero di lungo termine, destinata ulteriormente ad ampliarsi ed a migliorarsi adattandosi sempre alle nuove richieste del mercato europeo. Se guardo da dove siamo partiti, da uno studio con poche practice area composto da giovani avvocati ambiziosi in un mondo di veterani, non posso che essere orgoglioso del cammino percorso con i miei soci in questi 22 anni. Adesso tocca ai nostri giovani e brillanti partner di gestire la prossima fase del progetto, per portare ADVANT nel futuro.

     

     

     

    Tratto da Leaders League