Studi legali sempre più attenti alla formazione dei propri avvocati. Con l'organizzazione di corsi ma anche, in diversi casi, con la gestione di scuole di formazione esterne, per curare la preparazione della leva forense del futuro. «L'investimento dello studio in termini di formazione per avvocati è recentemente aumentato sia in termini quantitativi che qualitativi», racconta ad Affari Legali Marta Cenini, of counsel e chief knowledge officer di Dla Piper. «Tre anni fa, infatti, lo studio si è dotato di una figura con un rilevante profilo accademico specificamente dedicata alla formazione e ad altre attività di knowledge management. Questo è in linea con quanto avviene a livello internazionale, dove queste figure esistono da tempo e sono state recentemente rilanciate con il progetto Knowledge, che vede, tra i vari obiettivi, anche quello di creare percorsi personalizzati di formazione sia su tematiche nazionali che internazionali. I corsi a livello nazionale sono organizzati in modo tale da garantire anche l'accreditamento presso il Consiglio Nazionale Forense». La funzione di HR organizza poi corsi per lo staff ed il personale dipendente. «Nel 2020 la formazione a livello di studio verterà sulle novità legislative (siamo in attesa dell'attuazione di alcuni disegni di legge del governo Conte) e su tematiche più specifiche in materia di diritto societario e diritto dei contratti». Chi ha creato una vera e propria Law Academy è stato Lipani Catricalà & Partner Studio legale. «La formazione degli avvocati dello studio è garantita dalla Law Academy Catricalà, Lipani, Sbrana avviata in occasione dell'ingresso di Antonio Catricalà nello studio nel 2014. L'Academy si è affermata come centro di alta formazione giuridica, con lo specifico obiettivo di offrire agli avvocati dello studio e sul mercato una formazione specialistica tesa a coniugare le basi teoriche e scientifiche delle materie trattate con le esigenze e esperienze operative proprie del professionista. «A partire dal 2018 la Law Academy ha avviato iniziative in collaborazione con università, associazioni, imprese e soggetti editoriali per offrire agli avvocati interni e sul mercato un'esperienza formativa, attraverso l'organizzazione di convegni, master e seminari nelle materie del diritto pubblico dell'economia», spiega Catricalà, naming partner dello studio. Nel 2020, oltre alle materie storiche dello studio, guarderà a Privacy, Npl, mercato immobiliare e urbanistica.
Lo studio Portolano Cavallo si muove diversamente. «La formazione inizia sin dal primo giorno con un Programma di orientamento e si articola negli anni su varie iniziative come seminari ed eventi formativi per l'approfondimento di tematiche giuridiche e per aree più trasversali come le lingue, l'utilizzo di sistemi e programmi, la capacità di parlare in pubblico, di negoziare, di gestire un gruppo di lavoro», spiega il partner Manuela Cavallo. «A tutti gli associati diamo la possibilità di partecipare ogni anno al Columbia Summer Program in maniera gratuita, e di iscriversi a corsi d'inglese estivi il cui costo è a carico dello studio.
Con cadenza regolare e periodica, organizziamo seminari interni di condivisione su aggiornamenti o novità normative di interesse trasversale alle varie aree. Ai professionisti più senior offriamo dei percorsi di sviluppo con coach certificati, dopo una fase di valutazione tramite assessment center. Per il 2020 vorremmo continuare a investire su quanto descritto, nonché su tecnologia e sistemi e tematiche legate alla sostenibilità». «Lo Studio incentiva, talvolta sostenendone i relativi costi ovvero contribuendovi, la partecipazione, soprattutto dei professionisti più giovani, a seminari e master organizzati da Università o altre istituzioni», racconta Filippo Fioretti partner dello studio Pavia e Ansaldo. «Infine, considerata la vocazione internazionale che contraddistingue lo Studio dalla sua fondazione, sponsorizziamo secondment di nostre risorse professionali presso studi esteri nonché la partecipazione agli eventi organizzati dall'International Bar Association e dall'American Bar Association. L'investimento che lo studio destina ogni anno alla formazione riflette questo approccio e costituisce una parte importante del budget sia per la partecipazione dei nostri avvocati alle conferenze sia per gli specifici eventi formativi organizzati al nostro interno». Chi non ci gira intorno è invece BonelliErede: «puntare all'eccellenza è la nostra missione quotidiana e su questo la formazione gioca un ruolo fondamentale», dice ad Affari Legali Luca Menci, HR Director dello studio. «Siamo un business di persone, il nostro valore è il know-how, pertanto diventa determinante tenersi aggiornati e rafforzare le capacità personali dei nostri professionisti. La nostra organizzazione ha dimensioni notevoli (circa 800 persone) e l'effort per coltivare e ampliare conoscenze e competenze è significativo, considerando che la formazione viene indirizzata a tutti i componenti di BonelliErede. Nel solo 2019 sono state erogate oltre 40.000 ore di formazione, ciò significa mediamente 10 giorni per ognuno dei nostri professionisti e dipendenti». «Un progetto speciale, e di cui andiamo particolarmente orgogliosi, è quello dell'Academy», aggiunge Menci. «Questo percorso, disegnato su misura per BonelliErede, è stato sviluppato in partnership con Sda Bocconi, una delle più prestigiose scuole di formazione sul panorama mondiale. Negli ultimi tre anni, abbiamo abbracciato un percorso specifico, in chiave gestionale e manageriale, che ha coinvolto in primis i nostri soci (2017). Alla prima edizione ne sono seguite due: l'Academy of managerial empowerment (2018/2019, estesa ai profili più senior) e per ultimo, in imminente arrivo, l'Academy per tutta la popolazione dei senior associate su cui stiamo lavorando insieme a Sda per ottimizzare contenuti e modalità erogative».
Risente della sua dimensione internazionale l'esperienza di Dentons: «il target dei piani di formazione elaborati dallo studio è rappresentato dall'intera popolazione di professionisti e staff», spiega il partner Pier Francesco Faggiano. «Circa il 60% dei professionisti e dello staff prende parte attivamente ai programmi di formazione messi a disposizione. Lo studio si è dotato di un Competency Model: un modello che, per ciascun ruolo professionale a seconda della seniority, definisce in una matrice le caratteristiche ideali (sia tecniche sia personali) che ciascun professionista deve avere. «I percorsi di formazione sono basati sulla seniority e profilati sulle esigenze dei dipartimenti nonché dei gap rispetto al nostro Competency Model. I programmi di formazione sono definiti da due comitati di cui faccio parte: Il primo è l'Europe Talent Committee, comitato composto da 5 soci provenienti da altrettanti Paesi europei e da un team strutturato di staff europeo che si occupa dei programmi di formazione e dei percorsi di crescita professionale dei professionisti; il secondo è l'Italian Associate Committee, composto da 3 soci e dal nostro Coo con competenze analoghe allo Europe Talent Committee ma con competenza a livello locale». Articolata anche l'offerta di Toffoletto De Luca Tamajo: «Accanto alla formazione dei nuovi praticanti lo Studio si occupa di curare la formazione continua degli avvocati organizzando seminari aventi ad oggetto temi di diritto del lavoro e processuale e tematiche di carattere deontologico e previdenziale. I seminari vengono accreditati dal Cnf», ricorda il managing partner Franco Toffoletto. «Infine ricordo l'«Innovative Circle», un laboratorio per la creazione di nuovi prodotti e lo sviluppo di quelli esistenti. «Esso si pone l'obiettivo di coinvolgere tutti i professionisti dello Studio in un percorso di promozione dell'innovazione delle metodologie interne di lavoro nonché dei servizi resi ai clienti, contribuendo al rafforzamento dei valori del brand quali conoscenza, organizzazione, efficienza, prodotti, immagine, posizionamento sul mercato e innovazione. Ciò avviene organizzando appositi incontri tematici con la collaborazione di esperti esterni che affrontano tematiche trasversali a quelle legali come, ad esempio, IA Machine Learning, Knowledge Management e Big Data». La Scala Società tra Avvocati ha invece sviluppato un sistema strutturato di formazione interna per i suoi professionisti (senior e junior) e tutti i suoi dipendenti; «ciò al fine di mantenere aggiornate, condivise e coerenti conoscenze tecniche e cultura professionale», spiega Giuseppe La Scala, senior partner della Sta. «Il piano mira, più che a soddisfare le esigenze di formazione continua, a sollecitare skill trasversali e un approccio interdisciplinare sia sotto il profilo umanistico che sotto quello scientifico». Lo studio promuove, dal 2013, Toogood Society, di taglio culturale, rivolto alla crescita dell'avvocato come moderno intellettuale. «La Scala è da sempre attento alla selezione, all'inserimento e alla crescita delle proprie risorse. In quest'ottica, promuove dal 2017 «La Scala Youth Programme», iniziativa rivolta a giovani neolaureati in Giurisprudenza interessati a un percorso di approfondimento in diritto bancario e al successivo inserimento nello studio. Al termine delle settimane formative, i candidati più meritevoli vengono selezionati ed entrano a far parte dello studio a pieno titolo, iniziando così il loro percorso lavorativo come praticanti. Una sorta di «talent» che mira a valorizzare le risorse più promettenti». Il tema della formazione è forte un po' in tutti gli studi.
«Facciamo dell'innovatività uno dei nostri tratti caratteristici e conseguentemente anche gli eventi formativi sono sempre indirizzati a sondare i nuovi sviluppi del mondo degli affari», dice Christian Romeo, partner di Nctm Studio Legale, «con particolare riguardo alle nuove tecnologie e al loro impatto sulla business community». «Noi individuiamo prima il settore di interesse e poi cerchiamo professionisti ovvero organizzazioni che garantiscano la qualità e l'effi cacia della formazione», dice Francesca Sutti, fondatrice con Margherita Grassi Catapano di WLex. «L'identificazione di formatori adeguati avviene anche con il passaparola: per esempio la scuola di formazione in relaziona alla gestione dei dati personali è stata scelta su consiglio del Dpo di un cliente. Nel 2020, nel primo semestre, la formazione a oggi programmata riguarderà la digitalizzazione (funzionamento di pagamenti online, blockchain e fintech), la digitalizzazione dello studio in particolare e Mindfulness». «Il nostro studio è certificato qualità Iso 9001:2015 per cui la progettazione e la valutazione della formazione rientrano tra i processi a sistema», ricorda Silvia Stefanelli, co-founder con il fratello Andrea di Stefanelli&Stefanelli. «Ogni anno viene effettuato un piano della formazione che viene revisionato a metà anno e chiuso a fine anno. La formazione viene valutata da ciascun partecipante sotto il profilo della coerenza dei contenuti con gli obiettivi e dell'organizzazione formativa. Per il 2020 abbiamo già rinnovato la convenzione con il Politecnico di Milano relativo alla Digital Innovation che coinvolgerà la formazione sia dei senior che dei praticanti». Investono in formazione anche in Roedl & Partner, «Oltre alla formazione obbligatoria lo studio organizza diverse iniziative formative che mette a disposizione di tutti i collaboratori», spiega la partner Rita Santaniello. «La selezione delle materie trattate o degli approfondimenti viene fatta sulla base delle esigenze che di anno in anno emergono dai colloqui con i singoli professionisti o dipendenti, sulla base delle esigenze di business e delle richieste del mercato o ancora sulla base dei valori che lo studio vuole trasmettere ai propri collaboratori. Cerchiamo infatti, da un lato, di garantire a tutti i collaboratori un aggiornamento di attualità giuridica e fiscale che permetta loro di interfacciarsi con il mercato e di restare al passo coi tempi. Dall'altro teniamo a ribadire, anche attraverso la formazione, i valori etici che ci caratterizzano e ai quali teniamo in modo particolare. Per questo, particolare attenzione viene data alla deontologia professionale». Lo studio Martelli & Partners, invece, ha investito nel 2019 il 5% del proprio fatturato nella formazione dei propri professionisti. «Nel 2019 abbiamo dovuto coinvolgere gran parte dei professionisti dello studio nella formazione dedicata principalmente all'utilizzo del programma di AI Cicerone», spiega Giovanni Battista Martelli Ceo dello studio. «In tutto circa 35 risorse che lavorano anche in smart working. Per il 2020 punteremo ancora su tematiche connesse a AI, Blockchain e smart contract. In senso ampio su tematiche connesse al legaltech, ovvero sulla nuova direttrice di business alla quale ci siamo aperti grazie anche alla creazione della start-up Nous srl». Obiettivo crisi d'impresa, nel 2020, per Lexant. «Per il 2020 dovremo monitorare la prossima applicazione del Codice della crisi d'impresa. Grande interesse per noi ha anche l'evoluzione del tema della privacy a seguito della prima ondata di applicazione del GDPR», dice Andrea Arnaldi, partner di Lexant. «Lo studio studia e individua percorsi formativi personalizzati. L'obiettivo è quello di aumentare e migliorare le conoscenze, le competenze e le abilità dei propri avvocati. La selezione avviene mediante la consultazione di note e settoriali piattaforme formative come Altalex, Ipsa, ma anche ricorrendo ad una formazione in grado di elevare le soft skill attraverso metodologie innovative come Lego Serious Play o Mapps, metodologie di formazione sviluppate dalla società di consulenza Trivioquadrivio.
Tratto da ItaliaOggi7