ADVANT Nctm, uno dei più importanti studi legali indipendenti italiani, propone ai clienti un percorso ESG interdisciplinare a sostegno del business
«La disciplina ESG e della finanza sostenibile è complessa e richiede un approccio olistico. Le tre componenti, ambientale, sociale e di governance, devono essere affrontate all'unisono». Riccardo Sallustio, partner di ADVANT Nctm, lo studio legale italiano che fa parte dell'organizzazione paneuropea ADVANT e vanta 250 professionisti, 72 soci e 5 uffici operativi, in Italia e all'estero, non ha dubbi: essere sostenibili è il principale fattore critico di successo e driver di sviluppo per le aziende nei prossimi anni. Esperto di green and sustainable finance, docente alla Luiss Guido Carli nel settore della finanza sostenibile, Sallustio è consulente di imprese e istituzioni finanziarie, quotate e non: i criteri ESG impattano nelle decisioni di investimento non solo dei big player ma anche di un numero crescente di pmi, che vanno opportunamente indirizzate. «Queste tematiche si evolvono continuamente e in più sono prevalentemente basate su regole non vincolanti. Regole che, però, diventano cogenti una volta adottate. Il fatto che siano espresse in documenti non vincolanti non deve trarre in inganno: l'introduzione di una normativa europea e nazionale è dietro l'angolo. Io consiglio di considerare la materia ESG come un nuovo terreno di sfida per le imprese che riguarda tutti, dal cda alle funzioni direttive, alle unità produttive, non solo come qualcosa dettata dalla compliance», chiarisce l'avvocato. Il cambiamento deve essere innanzitutto culturale. «Chi rimane fermo è probabile che debba affrontare, nel medio periodo, maggiori costi di approvvigionamento del credito e l'impossibilità di accedere ad alcuni mercati dei capitali. Si corre anche il rischio di essere esclusi da mercati più sensibili su questi temi, come quello americano o nordeuropeo, e alienare varie categorie di consumatori e di altri soggetti nella catena produttiva». Il primo indispensabile passaggio è di individuare un percorso ad hoc per ogni impresa, scegliendo gli investimenti giusti per moltiplicare le ricadute positive. «Il cda dovrebbe dotarsi di una strategia sostenibile, di obiettivi di medio e lungo periodo e avviare un processo per effettuare un'analisi di doppia materialità coinvolgendo i suoi stakeholder, valutando come i problemi di sostenibilità influenzano l'attività di impresa e come l'azienda stessa impatta sulle persone, sull'ambiente e sugli ecosistemi».
PMI E CAMMINO NELL'ESG
Le società italiane quotate in borsa sono consapevoli da tempo che i principali fattori ESG possono essere associati al valore aziendale nel lungo termine. «Hanno maturato una significativa esperienza, comunicando agli stakeholder e al mercato, nella dichiarazione non-finanziaria che segue i principi GRI, le informazioni relative al processo di raggiungimento degli obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell'Agenda 2030». La rendicontazione nei prossimi anni toccherà anche le medie imprese non quotate. «Può essere di importante ausilio agli investitori, ma è fondamentale che tutte le decisioni dell'azienda siano conformi alla strategia dettata dal cda. Chi si occupa di finanza e pianificazione deve iniziare a comprendere la Tassonomia europea, il sistema di classificazione delle attività sostenibili che guiderà banche e investitori nel prossimo futuro e rispettarne i principi nell'esecuzione delle opere e dei progetti del PNRR». In questa gara globale in che posizione è l'imprenditoria italiana? «Lo sviluppo sostenibile è la più grande occasione di rinnovamento della nostra economia per imprese, banche e gestori dal secondo dopoguerra. I nostri big player nel settore elettrico e degli idrocarburi, come Eni, Enel e Snam, sono considerati un'eccellenza per strategia e finanza verde e sostenibile a livello globale. Per queste imprese la transizione energetica non è stata una scelta, ma un obbligo. Diverso è il caso delle medie e piccole imprese che ancora non sono generalmente in grado di cogliere le opportunità».
FUTURO CARBON NEUTRAL
Per la Commissione Europea la finanza sostenibile deve supportare il processo di decarbonizzazione del continente. «Non si tratta solo di incrementare i progetti di finanza verde nel settore dell'energia pulita ma anche di aiutare imprese in transizione in settori che per loro natura hanno difficoltà strutturali a decarbonizzare». La tematica sostenibile è centrale anche all'interno di ADVANT Nctm, che negli ultimi anni ha intrapreso importanti iniziative su mobilità, utilizzo di energie rinnovabili, limitazione all'uso della plastica in ufficio e a scopo sociale, assistendo vari soggetti a titolo gratuito. «L'importante livello di conoscenza di questi temi ci consente di creare valore aggiunto per i clienti. Abbiamo costituito un gruppo ESG multidisciplinare che segue società, banche e altri soggetti su varie tematiche. Per esempio, siamo molto attivi sui finanziamenti legati al raggiungimento di obiettivi di sostenibilità e sui finanziamenti verdi. Di recente abbiamo creato un gruppo di studio sulla Tassonomia europea e sulla sua applicabilità al mondo bancario e assicurativo». Tutti i dati e le informazioni contenuti nel presente focus sono stati forniti dal cliente che ne garantisce la correttezza e la veridicità, a soli fini informativi.
Tratto da Capital