Parla Marco Pesenti, componente del cda della società fondata da La Scala e Advant Nctm . Intelligenza artificiale, office automatione cyber security i tre fronti su cui opererà
Quando si tratta di innovare, di spingere un po' più in là i confini di quello che uno studio legale può essere (o diventare), La Scala e Advant Nctm non hanno mai tirato indietro la gamba. E in qualche caso hanno anche scelto di fare un pezzo di strada assieme. Come quando hanno lanciato Uniqlegal ( vedi MAG 134 ), la prima collaborazione tra i due studi (e Unicredit), mirata in maniera specifica a offrire servizi legali a banche e istituzioni finanziarie.
Forse è proprio dai due anni di lavoro fianco a fianco in Uniqlegal che è nato il seme della nuova alleanza tra le due law firm, che stavolta riguarda l'IT.
Si chiama Legalsoftech, ed è l'entità in cui gli studi uniscono le rispettive competenze tech con l'intento di incrementare le capacità di investimento in nuove tecnologie (il budget per gli investimenti annunciato è di 3 milioni di euro), ma anche e soprattutto di sfruttarle al meglio grazie a un approccio condiviso e orientato all'efficientamento dei processi.
Marco Pesenti, founding partner di La Scala, nonché membro della governance sia di La Scala Cerved che di Uniqlegal, è anche uno dei due membri del cda di Legalsoftech (ad affiancarlo è Alberto Toffoletto, founding partner di Advant Nctm). A MAG, Pesenti ha fornito ulteriori dettagli sul progetto: di cosa si tratta, perché è nato, a cosa punta.
Da dove è nata l'idea di mettere a fattor comune le competenze tecnologiche dei vostri studi?
Il lavoro che svolgiamo insieme nel progetto Uniqlegal probabilmente ha fatto da "collante" e ha agevolato la conoscenza reciproca delle nostre realtà. E questo ci ha permesso di scoprire molte assonanze sul tema tecnologia, al centro degli investimenti e delle linee di sviluppo che entrambi gli studi perseguono. Molte tecnologie (nonché fornitori di queste ultime) erano in comune o molto simili, quindi abbiamo pensato che mettendo insieme le forze i vantaggi potessero essere molti. In più, tra i nostri studi c'è molta complementarietà e poca "gelosia" delle reciproche aree di competenza. Anche questo facilita le iniziative comuni.
Quali sono i principali vantaggi che sperate di cogliere da questa collaborazione?
In primis, una maggior forza di acquisto sul mercato. Sia in termini assoluti che grazie alle giuste economie di scala, in quanto ovviamente investire insieme in determinate tecnologie ci permette di diventare clienti più grandi e interessanti per i fornitori. Ma altrettanto importante è innescare un percorso di condivisione delle idee: perché se non ci sono quelle alla base, le tecnologie rischiano di costare tanto ma servire a poco.
Com'è organizzata la società nella pratica e in che forma è costituita?
È una srl a partecipazione paritetica dei due studi. Io e Alberto Toffoletto componiamo il cda, e poi ciascuno ha nel proprio studio delle figure a cui fare riferimento per le varie aree d'investimento, di cui ci facciamo portavoce.
In sostanza, cosa è confluito nella nuova società?
Il capitale umano: le figure dello staff di La Scala ed Advant Nctm che si occupano di servizi tecnologici e informatici sono state trasferite alle dipendenze di Legalsoftech. Sono 6 per ciascun studio, 12 in tutto, più 3 professionisti specificamente dedicati al knowledge management. Non abbiamo quindi ridotto la forza lavoro, ma puntiamo a ridurre la duplicazione di figure dello staff in futuro per gestire le nuove tecnologie che acquisiremo nel modo più efficiente possibile.
Parliamo di investimenti allora. Quali aree o attività vi interessano?
Ci interessano in generale tutte le tecnologie che rientrano nel campo dell'intelligenza artificiale: dalle IA in senso proprio a quelle di "office automation". Al centro delle nostre priorità ci sono quindi gli investimenti che semplificano le attività ripetitive per far sì che gli avvocati si concentrino sullo sviluppare le loro competenze. E poi c'è l'altro grande pilastro su cui si fonda il progetto: la cybersecurity. In effetti il comunicato che annuncia la creazione di Legalsoftech dedicava ampio spazio al tema della sicurezza dei dati.
Quanto è importante questo tema per uno studio legale oggi?
È fondamentale. Sviluppare tecnologia senza preoccuparsi della sicurezza sarebbe irresponsabile da parte di chiunque, e in special modo da parte di un soggetto come uno studio legale, che gestisce molti dati sensibili dei clienti. Gli studi oggi devono puntare ad essere dei bunker.
Ci sono già clienti che chiedono rassicurazioni e verifiche sulla struttura informatica e sui protocolli di sicurezza dello studio?
Sì. I clienti stranieri in particolare sono attentissimi a questi temi, da almeno 3 o 4 anni. E, a prescindere dalla pandemia, negli ultimi anni le richieste di verifica e descrizione delle strutture informatiche utilizzate sono andate sempre ad aumentare. A questo si aggiunge il dato che le norme a tutela di privacy e sicurezza si fanno sempre più vincolanti, sia in generale che all'interno di singoli settori: penso ad esempio a quello bancario, che risponde a regole di sicurezza molto particolari e dal quale le richieste di protezione diventano sempre più pressanti.