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    13.10.2021

    Lo studio legale che aiuta i neolaureati degli atenei milanesi


    Sono partiti cinque anni fa con una borsa di studio per aiutare gli studenti con difficoltà economiche iscritti alla facoltà di Giurisprudenza di un'unica università. Ora lo studio legale Advant Nctm ha creato una vera e propria rete fra tutti gli atenei milanesi dove si studia Legge. Garantendo un contratto di praticantato di 18 mesi ai tre migliori iscritti che si laureano in ogni sessione di Statale, Bicocca, Cattolica e Bocconi.

     

    «Abbiamo iniziato qualche anno fa con un percorso di sostegno agli studenti bisognosi della Bocconi». A parlare è l'avvocato Alberto Toffoletto, socio fondatore dello studio, nonché ordinario di Diritto commerciale dell'Università Statale. «Ha consentito a uno studente di fare tutto il suo percorso fino alla laurea. E allora mi sono chiesto: perché non fare la stessa cosa con tutte le università milanesi?».

     

    Da qui la nascita non solo di un aiuto economico a cui possono accedere gli studenti di tutte le università dove si studia Giurisprudenza. «Mi sembrava importante consentire ai ragazzi un accesso al mondo del lavoro».

     

    Un premio laurea, con 16 contratti di lavoro ogni anno per gli studenti più meritevoli che hanno fatto una tesi sul diritto delle imprese «e tutte le materie che hanno a che fare con l'attività del nostro studio».

     

    Una strada che sperano sia portata avanti anche altrove: «Io spero e mi aspetto che possa essere considerata anche da altri studi come strumento di responsabilità sociale prosegue Toffoletto - Perché ci dobbiamo far carico dei nostri giovani, diamo ai nostri ragazzi l'opportunità di fare questo mestiere».

     

    «L'istituzione della borsa e del premio laurea rappresenta la volontà e l'impegno di Advant Nctm a sostenere concretamente le giovani generazioni - commenta il collega Paolo Montironi - con l'auspicio e la volontà di ampliare questa iniziativa ad altri atenei e città italiane nel prossimo futuro»

     

     

     

    Tratto da La Repubblica