Tratto da L'Economia - Corriere della Sera
Dopo gli incentivi fiscali per chi investe nelle pmi italiane tramite i Pir (piani individuali di risparmio) che entro i prossimi cinque anni, dovrebbero raccogliere oltre 65 miliardi di euro, adesso, per dare un’ulteriore spinta alla crescita, si attendono le agevolazioni fiscali per chi investe nelle piccole e medie imprese innovative e il credito d’imposta per le aziende che decidono di quotarsi.
Attualmente è al vaglio nelle sedi europee e atteso entro fine anno, il decreto interministeriale che sancirà le detrazioni fiscali sugli investimenti nelle pmi innovative (quelle che hanno diritti di privativa intellettuale su prodotti e servizi all’avanguardia e che impiegano personale iper specializzato). «Con l’entrata in vigore di questo decreto — spiega Lukas Plattner, avvocato socio dello studio legale Nctm — chi investe nelle pmi innovative in quotazione potrà portare in detrazione sui redditi il 30% di quanto investito che, per il privato è al massimo di un milione di euro e di 1,8 milioni per le persone giuridiche. Incentivare l’investimento nelle società impegnate in ricerca e sviluppo, significa dare un forte contributo all’industria 4.0».
L’ultimo tassello mancante del quadro normativo, l’incentivo per le aziende che decidono di quotarsi, si trova all’interno della legge di bilancio, in corso di approvazione al Senato e prevede la trasformazione in credito d’imposta del 50% dei costi sostenuti per la quotazione, con un tetto massimo di cinquecentomila euro.
«Finora — prosegue Plattner — a frenare le quotazioni erano i costi per la consulenza, percepiti troppo elevati, con quest’ultima agevolazione il quadro normativo è ottimale e tocca agli imprenditori trovare il coraggio di aprire il capitale alla pubblica raccolta e accelerare la crescita». Si spera, così, di raggiungere i numeri del mercato Aim britannico, dove in vent’anni si sono quotate oltre 3.200 pmi che hanno raccolto oltre 100 miliardi di sterline e creato oltre ottocentomila nuovi posti di lavoro. «In Italia sull’Aim — prosegue Plattner — le pmi quotate sono una novantina, di cui 26 sono state seguite dal nostro studio legale, e secondo uno studio dell’Università Bocconi, se in Italia si quotassero un migliaio di nuove società si avrebbe un aumento dell’1,5% del Pil con una ricaduta positiva anche sull’occupazione».