Il rapporto tra capitalizzazione di Borsa e Pil, tra i grandi Paesi europei, in Italia è particolarmente ridotto. Si aggirava infatti intorno al 36% secondo le rilevazioni di Assonime a fine 2023, mentre invece in Svezia per esempio si arrivava al 158% e anche l'Olanda (129%) e la Francia (109%) avevano una capitalizzazione che superava il Pil. I Paesi con un rapporto non particolarmente elevato come Spagna e Germania superano, comunque, il 50%.
Come mai in Svezia si è arrivati a questa situazione? Lukas Plattner - Partner di ADVANT Nctm -, spiega come mai la Svezia abbia raggiunto un tale successo riassumibile in circa 500 Ipo negli ultimi 10 anni. «In Svezia c'è una profonda cultura dell'investimento, con partecipazione attiva degli investitori istituzionali e retail. L'ampio coinvolgimento è stato, inoltre, supportato da iniziative di educazione finanziaria e da prodotti di investimento incentivati - come i conti di risparmio individuali - che hanno creato una solida base di investitori nazionali, migliorando la liquidità e la stabilità del mercato». Oltre a questo viene segnalato anche un quadro normativo semplificato, favorevole alla crescita delle Pmi e alla partecipazione del mercato, con una burocrazia ridotta, con prospetti per Ipo più semplici e tempi di approvazione rapidi. Tutti elementi questi ultimi che si stanno perseguendo, con i relativi tempi anche in Italia. In più in Svezia c'è stato, un coinvolgimento importante dei fondi pensione: «Il 50% delle Aum (asset under management) è investito nel mercato azionario domestico con fonte stabile di capitale d'investimento - continua Plattner -. Questa partecipazione attiva non solo sostiene la liquidità del mercato, ma infonde anche fiducia negli altri investitori, rafforzando la resilienza e il potenziale di crescita del mercato».
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