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    14.03.2023

    Cos'e' l'ANGAMC? Intervista al Presidente Sirio Ortolani | Artribune


    Siamo andati a vedere come sta e cosa ha in cantiere per i prossimi mesi ANGAMC, la storica associazione nazionale delle gallerie italiane d'arte moderna e contemporanea, parlandone con il suo presidente Sirio Ortolani.

     

    Abbiamo intervistato Sirio Ortolani, Presidente ANGAMC Associazione Nazionale Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea per il quadriennio 2022/2026, e ci siamo fatti raccontare le attività dell’Associazione, il suo ruolo nel sistema dell’arte e le novità all’orizzonte per il comparto gallerie. Provando a mettere a fuoco quali sono i temi più urgenti e critici, le partite aperte e gli strumenti per recuperare la nostra competitività internazionale.

     

    Iniziamo da una notizia più che attuale, l’8 marzo il Sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi ha dichiarato, dopo un incontro con il Ministro Leo, che il governo intende recepire la direttiva Ue che riduce l’Iva sull’importazione delle opere d’arte, dal 10 al 5,5%. È una delle vostre partite, giusto? Cosa puoi dirci su questo?

    Siamo certamente molto soddisfatti di questa apertura, perché significa che i nostri messaggi veicolati attraverso i canali istituzionali e la stampa hanno messo in luce le problematiche e le soluzioni del nostro sistema dell’arte. È un’iniziativa che avvantaggia tutta la filiera dell’arte: gallerie, artisti, e gli altri stakeholder, e che ci aiuta a livello nazionale e internazionale. Ora attendiamo gli sviluppi di questo primo passo, portando avanti in parallelo tutti i punti della nostra agenda.

     

     

     

    Ecco, andiamo con ordine e, a ritroso, partiamo dai risultati più recenti dell’Associazione ad Arte Fiera, in ripresa dopo gli intoppi dello scorso maggio. In quell’occasione ANGAMC era riuscita a ottenere uno sconto sui costi degli stand, a parziale risarcimento delle difficoltà che avevano rischiato di compromettere la fiera. Sconto riapplicato anche quest’anno.

    Si può dire che Arte Fiera Bologna abbia ritrovato un po’ dei vecchi fasti: è stata un’edizione molto positiva a detta di chiunque, galleristi e collezionisti. L’anno scorso, l’Associazione si è spesa per far ottenere uno sconto del 40% sui costi degli stand, intervenendo in maniera molto sollecita. Quest’anno, dopo lunghe trattative, ANGAMC è stata una componente fondamentale, anche grazie al dialogo costruito con Arte Fiera Bologna attraverso la costituzione di un tavolo permanente.

     

     

     

    Resta quindi aperto un canale di collaborazione tra voi e la fiera?

    Sì, il tavolo sarà di nuovo operativo nelle prossime settimane, l’obiettivo è migliorare e implementare ancor di più la fiera: questa edizione 2023 è stata il primo passo lungo una via virtuosa che porterà grandi soddisfazioni e una fiera di altissimo profilo. ANGAMC ha giocato un ruolo centrale per far comprendere le mancanze del passato e per far sì che queste fossero corrette e – direi – che i risultati sono stati ottimi.

     

     

     

    “Ogni galleria può fare la differenza: insieme, per il sistema dell’arte”. Queste sono parole di ANGAMC. Ma cosa fa l’Associazione nel concreto per le gallerie?

    In estrema sintesi, rappresentiamo la categoria in sede istituzionale. Ciò che ANGAMC intende fare è costruire una struttura solida alla base del mercato dell’arte, che permetta alle gallerie di tornare competitive in ottica globale. Stiamo intervenendo, soprattutto a livello fiscale e amministrativo, per mezzo un dialogo serrato nei confronti di SIAE, affinché diminuisca la pressione sulle gallerie.

     

     

     

    Alla politica cosa chiedete?

    Che le gallerie possano ottenere un’IVA agevolata e l’allargamento dell’Art Bonus con una soluzione che in altri Paesi ha già portato risultati importanti.

     

     

     

    Quali i benefici di essere associati?

    Oggi ci avvaliamo di una struttura di altissimo livello: ADVANT Nctm è riconosciuto come uno dei più importanti studi legali indipendenti italiani, sia per dimensioni che per numero e rilevanza delle operazioni seguite. È con una realtà simile che gli associati si interfacciano per qualsiasi problematica fiscale o amministrativa o dubbio gestionale. ANGAMC si sta impegnando per fornire la migliore assistenza possibile agli associati e per far ottenere alla categoria i risultati voluti in seno ai tavoli ministeriali, e la nostra presenza al “Tavolo permanente per la circolazione delle opere d’arte” ne è una prova e strumento concreto.

     

     

     

    Elenchiamo di nuovo le partite che state giocando. Quali i campi più strategici su cui si concentra l’intervento di ANGAMC?

    Sicuramente le questioni relative alla SIAE, l’abbassamento dell’aliquota IVA sul commercio delle opere d’arte (oggi al 22%) e in importazione, equiparandosi ai valori europei (dal 10% al 5%); l’innalzamento della soglia di valore (oggi posta a 13.500€) e una deburocratizzazione delle pratiche di movimentazione delle opere d’arte; l’estensione dell’ArtBonus anche all’acquisto di opere notificate o di giovani artisti italiani; una revisione dell’attuale normativa in merito alle pratiche di antiriciclaggio.

     

     

     

    Cosa impedisce al nostro mercato dell’arte italiano di essere competitivo con quelli di altri Paesi europei ed extra-europei?

    La nostra incapacità di essere competitivi a livello internazionale è diretta conseguenza di quanto detto: oggi ci sono troppe difficoltà nel movimentare le opere con facilità e, quindi, valorizzare gli artisti italiani all’estero; condizioni fiscali sfavorevoli a causa di un’IVA sproporzionata, sia per la vendita e l’acquisizione delle opere d’arte, sia per l’importazione. In questo discorso si inserisce anche l’Art Bonus, che all’estero permette l’acquisizione di opere di artisti giovani in maniera agevolata, o l’acquisizione delle opere notificate.

     

     

     

    Cosa comporta questo scenario?

    Tutto questo ci rende meno appetibili agli occhi di realtà museali o grandi collezioni straniere, e meno competitivi nei confronti di un mercato che si è aperto all’internazionalità, come bacino di collezionisti ma anche come player con cui confrontarci. Fino a quando non avremo la struttura di base per competere con gli altri paesi saremo sempre in difficoltà.

     

     

     

    Come avete in programma di muovervi sui diversi temi?

    I dialoghi per ottenere questi cambiamenti devono essere costruiti in differenti sedi, perché ci si confronta con Camera e Senato per le aliquote IVA; attraverso il tavolo permanente con SIAE per Diritto di Seguito e Diritto di Riproduzione; con il Ministero per quanto riguarda la movimentazione, la soglia di valore e temporale degli oggetti d’arte esportabili. Dovremo trovare varie vie per raggiungere i nostri obiettivi, sebbene sia noto quanto poco reattivi siano certi organi burocratici a livello nazionale.

     

     

     

    Tempo fa, mi è capitato di scrivere di Latitude, la piattaforma lanciata in collaborazione con l’Associazione delle gallerie Brasiliane di Arte Contemporanea per la promozione, internazionalizzazione e professionalizzazione degli operatori del comparto. Tra le attività si trovano finanziamenti alle gallerie per la partecipazione alle fiere all’estero e l’offerta di corsi di formazione e aggiornamento sulla professione. Cosa pensi di questo modello, potremmo e dovremmo ambire a una visione simile?

    Anche in Italia ci sono possibilità o finanziamenti utili per diverse realtà imprenditoriali. Il problema, che spesso non ci consente di attingere a piene mani da queste opportunità, è che la realtà amministrativa italiana è molto segmentata: Regioni, Provincie, Comuni. Perciò molti bandi non corrispondono da Regione a Regione, se non provengono direttamente dal Governo centrale.

     

     

     

    Ma noi siamo capaci di esprimere una simile pressione da lobby?

    Ci stiamo muovendo attraverso grandi studi e grandi professionisti, facendo inoltre parte del Gruppo Apollo, che riunisce tutti gli stakeholder del sistema dell’arte italiano. Questo è un fatto più unico che raro, poiché coinvolge categorie che non sempre hanno interessi totalmente trasversali. Si sente l’esigenza di creare un sistema dell’arte virtuoso, che possa ottenere risultati importanti e diventare uno dei soggetti primari, capace di dire la sua a livello del mercato internazionale.

     

     

     

    Quali i progetti e le traiettorie per l’immediato futuro dell’Associazione?

    Oggi stiamo programmando una serie di appuntamenti per diramare più informazioni possibili sulle pratiche di antiriciclaggio, soprattutto per quanto riguarda la gestione e il corretto svolgimento in seguito alla normativa vigente, sempre con l’appoggio di ADVANT Nctm. Poi, in base a come risponderanno i nostri associati, affronteremo altre tematiche pressanti, creando un vero e proprio compendio dell’attività delle gallerie d’arte.

     

     

     

    Tratto da artribune.com

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