La Commissione Europea ha pubblicato le statistiche sulla sicurezza stradale dell'Unione Europea per il 2015, in data 31 marzo. I dati sono basati su singoli soggetti per ogni Paese stimando il numero di persone gravemente ferite sulle strade europee. Le strade europee rimangono le più sicure al mondo, a giudicare dai dati. Il costo sociale (riabilitazione, l'assistenza sanitaria, i danni materiali, ecc.) di vittime della strada e per le lesioni su strada, è stato stimato essere non inferiore ad Euro 100 miliardi all'anno.
Al fine di dimezzare il numero di vittime della strada entro il 2020, gli Stati membri devono agire a livello nazionale e locale: dal rispetto del codice stradale, allo sviluppo delle infrastrutture e alla manutenzione, ma anche promuovendo campagne di educazione e sensibilizzazione, migliorando le leggi che consentono la contestazione delle infrazioni stradali commesse all’estero o impostando standard tecnici di sicurezza per l'infrastruttura e i veicoli.
Le innovazioni tecnologiche hanno contribuito alla sicurezza dei veicoli e hanno un forte potenziale sul miglioramento della sicurezza stradale in futuro, in particolare nel settore dell'automazione dei veicoli e della connettività. Un chiaro esempio? Dallo scorso gennaio, l'Unione Europea sta spingendo i produttori di automobili ad accelerare il lavoro sulle auto senza conducente. Esse potrebbero non essere disponibili sul mercato nei prossimi anni, ma si pensa che avrebbero un grande potenziale al fine di migliorare la sicurezza stradale, nella misura in cui comporterebbero l’eliminazione totale dell'errore umano.
Le autorità dell'UE discutono il “modello di Mosca” per proteggere gli aeroporti
A seguito degli attacchi di Bruxelles e al fine di contrastare il terrorismo, il Gruppo degli Esperti della Sicurezza Nazionale dei Trasporti (“Landsec”) ha programmato una riunione in data 11 aprile, al fine di affrontare il problema della sicurezza negli aeroporti e dei sistemi di trasporto pubblico di massa.
Gli Stati membri e l'Unione Europea hanno imparato una dura lezione anche da precedenti attacchi terroristici, come quello presso l'aeroporto Domodedovo di Mosca nel 2011, e gli attentati dei treni a Madrid, quando 191 persone sono morte nel 2004. Da parte propria, le autorità russe hanno rinforzato i controlli per l'accesso ai terminal e la Spagna ha aumentato le misure di sicurezza con telecamere a circuito chiuso e assicurando la presenza di guardie. Le norme UE sono focalizzate sull’individuazione di standard comuni da applicare in tutti gli aeroporti dell'Unione Europea per prevenire eventuali atti di interferenza illecita per gli aeromobili, mentre i parcheggi dell’aeroporto, le stazioni ferroviarie aeroportuali e anche le aree di check-in degli aeroporti non sono coperte da alcuna normativa dell'Unione Europea. La Commissione Europea si è raccomandata in tal senso, nei confronti del gruppo di esperti, affinché siano esaminati metodi per sviluppare una maggiore sicurezza integrata in questo campo.
Il Parlamento Europeo ha votato sul “Pacchetto Protezione Dati”
Il 14 aprile, i membri del Parlamento Europeo hanno dato la loro approvazione finale alle nuove regole per fornire ai cittadini un migliore controllo dei propri dati personali e, allo stesso tempo, per creare un livello elevato e uniforme di protezione dei dati in tutta l'Unione europea. Questa riforma sostituirà l'attuale Direttive sulla Protezione dei Dati[1]. Le norme attuali risalgono al 1995 e non soddisfano le esigenze di un mondo sempre più digitalizzato, dove le tecnologie, i social media e l’internet banking stanno diventando sempre più comuni.
Tali cambiamenti sono stati progettati per assicurare i diritti dei consumatori, la certezza legale e una concorrenza più equa nell'era digitale permettendo ai cittadini di decidere quali informazioni personali vogliono condividere. Oltre a ciò, il pacchetto di protezione dei dati include anche una direttiva sui trasferimenti di dati a fini giudiziari e di polizia, definendo lo standard europeo per lo scambio d’informazioni tra le autorità pubbliche.
Migrazione: il piano d'azione della Turchia è cominciato
Sulla base del piano d'azione congiunto UE-Turchia lanciato il 29 novembre 2015 e la dichiarazione UE-Turchia del 7 marzo 2016, l'Unione Europea e la Turchia hanno deciso di limitare l'immigrazione illegale dalla Turchia verso l'Unione Europea stessa, per mezzo di un accordo che contrasta il modello di business dei trafficanti. Il piano cerca anche di rimuovere qualsiasi incentivazione alla ricerca di percorsi illegali verso l'Unione Europea.
Il piano è semplice. La Turchia accetterà di riprendersi indietro gli immigrati clandestini e l'Unione Europea accetterà gli immigrati “legali” per un numero corrispondente. L'Unione Europea spera che il numero di immigrati clandestini diminuisca in quanto essi saranno a conoscenza del fatto che verranno immediatamente rimandati indietro. La Turchia permetterà ai clandestini di andare in Grecia, poiché questo gli consentirà di mandare più immigrati “legali” nell’Unione Europea, riducendo l’impegno per la Turchia. Per ogni siriano rimandato in Turchia dalle isole greche, un altro immigrato siriano sarà reinsediato nell'Unione Europea legalmente e l’Unione Europea, in stretta cooperazione con la Turchia, accelererà l’erogazione dei tre miliardi di euro per il Fondo dei rifugiati in Turchia.
Referendum olandese sull’associazione UE-Ucraina
Forti sentimenti anti-UE sono stati rivelati in Olanda. Il trattato UE sull’Associazione per il Commercio e la Sicurezza con l'Ucraina, già firmato dal primo ministro olandese Mark Rutte e approvato dalle altre nazioni europee, è stato respinto da due terzi degli elettori olandesi il 7 aprile. Questo significa che il 64% degli elettori olandesi si oppongono, non solo al trattato, ma anche alle politiche europee per quanto riguarda la crisi dell’immigrazione nonché quella economica. La partecipazione è stata del 2% superiore alla soglia del quorum.
Il risultato può essere interpretato come un segno di crescente euro-scetticismo dell’Olanda, che in questo momento detiene la presidenza dell'Unione Europea. Il dovere del governo olandese sarà quello di valutare come procedere, per soddisfare tutte le parti: mantenere l'accordo con l’Ucraina in vigore, o di elaborare, forse, un elenco di clausole di esenzione per l’Olanda.
Volkswagen investe circa mezzo miliardo di euro nella digitalizzazione dei camion
Al fine di migliorare le caratteristiche digitali dei veicoli pesanti, i produttori di camion hanno focalizzato la loro attenzione sull'automazione nel trasporto su strada e, secondo la dichiarazione pubblica effettuata in data 4 aprile, la divisione di produzione di camion di Volkswagen investirà circa mezzo miliardo di euro entro il 2020. La società aveva rafforzato la produzione sui camion prima che lo scandalo sulle emissioni fosse reso noto lo scorso settembre ed ora sta investendo sulle tecnologie di digitalizzazione e di mobilità, al fine di raggiungere un miglioramento della comunicazione dei sensori di bordo con frenata automatica e di altri sistemi nell’arco dei prossimi cinque anni. Tutte queste misure sono solo un esempio del prefissato scopo di superare uno scandalo che ha messo considerevolmente in pericolo la propria immagine.
[1] La direttiva (CE) 95/46 del 24 ottobre 1995, relativa alla tutela delle persone fisiche con riguardo al trattamento dei dati personali, e alla libera circolazione di tali dati.