L'attuazione del PNRR, Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, al centro del convegno “Le politiche per lo Sviluppo del Paese” organizzato dall'associazione di studi legali ADVANT Nctm: tra opportunità, sfide e necessità di riforma, non solo fiscale, ne abbiamo parlato con l'Avvocato Monaco, la sottosegretaria al MEF Savino e il direttore dell'Agenzia delle Entrate Ruffini.
Ieri, 19 parile, mentre il Parlamento lavorava all’approvazione della legge di conversione del DL n. 13 del 2023 per l’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, a pochi passi dalla sede della Camera, nella sede dell’associazione di studi legali ADVANT Nctm, si è parlato di politiche per lo sviluppo del paese.
Necessariamente centrale è il tema del PNRR. Le sfide che il grande progetto pone si possono trasformare in opportunità solo dando origine a un’ondata di riforma, non solo fiscale. Ce lo chiede l’Europa, ma la necessità è tutta nostra.
Ne abbiamo parlato con addetti ai lavori che operano su diversi fronti: la sottosegretaria al Ministero dell’Economia e delle Finanze Sandra Savino, il direttore dell’Agenzia delle Entrate Ernesto Maria Ruffini, l’avvocato Marco Monaco, socio e direttore del Dipartimento di Diritto Amministrativo dell’associazione di studi legali ADVANT Nctm che ha ospitato l’evento.
L’attuazione del PNRR? Nessuna preoccupazione dal Governo, ma le riforme sono una necessità
L’attuazione del PNRR è uno degli principali impegni, cruciali e complessi, che il Governo ha ereditato dal precedente Esecutivo. Anzi, dai precedenti.
Quando la premier Giorgia Meloni ha ricevuto il testimone da Mario Draghi ha preso in carico anche la realizzazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, il progetto per la gestione dei fondi europei finalizzati a contrastare le perdite economiche determinate dalla pandemia.
La difficoltà di passare dalla teoria alla pratica è un tema caldo e attuale. Il Governo nelle ultime settimane, però, ha rassicurato: non ci sono ostacoli che preoccupano oltre misura sul fronte del PNRR, il Nazionale Piano di Ripresa e Resilienza.
Lo conferma anche la sottosegretaria al Ministero dell’Economia e delle Finanze Sandra Savino a Informazione Fiscale, a margine del Convegno organizzato da AVANT Nctm “Le politiche per lo Sviluppo del Paese”: “La criticità sul PNRR non c’è. È importante rafforzare le autonomie locali, province, comuni. Non possiamo guardare indietro. Gradiamo avanti: dobbiamo costruire opportunità”.
Ma preoccupazioni e dubbi sono legittimi, vista la posta in gioco. E in effetti la stessa sottosegretaria durante l’evento precisa: “I progetti vanno avanti, vanno ricalibrati, siamo in contatto con la UE per adempiere a quanto richiesto e ottenere i fondi”. Dopo aver sottolineato che il Ministero dell’Economia e delle Finanze si occupa del PNRR “un po’ di sfuggita”.
Dalla platea Renata Polverini, ex presidente della Regione Lazio, definisce in effetti la scelta di affidare l’attuazione del Piano a un Ministero piccolo come quello degli Affari Europei “un azzardo”.
Per l’attuazione del PNRR centrale l’efficienza della Pubblica Amministrazione: sfida e opportunità
Difficile avere un quadro chiaro dei passi avanti fatti e di quelli da fare. Ma una cosa è certa: sulla realizzazione di un grande progetto, per risorse e obiettivi, come quello del PNRR non mancano i nodi da sciogliere.
Per l’avvocato Marco Monaco, socio e coordinatore del dipartimento di Diritto Amministrativo ADVANT Nctm, l’attuazione dipende da un fattore strategico: “l’efficienza della pubblica amministrazione, abbiamo dei colli di bottiglie ma sicuramente è quella la sfida principale da cogliere”. [clicca qui per la video-intervista]
In che contesto si sono inseriti i progetti da realizzare?
“Se parliamo di amministrazioni pronte ad attuare gli interventi del PNRR, diciamo una non verità, quando è stato approvato il PNRR sul capitolo di bilancio ottomila del MEF giacevano 34 miliardi sui 50 della programmazione comunitaria 2014- 2020 non impegnati, quindi non avevamo dato prova, soprattutto con le regioni impegnate nella programmazione dei fondi comunitari, di essere in grado di spendere sicuramente neanche in passato”.
E la questione non riguarda solo il Mezzogiorno a cui è destinato il 40 per cento delle risorse: “Non è già pronta la nostra pubblica amministrazione sia al nord che al Sud. È chiaro che laddove c’è stato un blocco del turn over, come nel Sud Italia, non solo mancano le competenze, ma manca anche addirittura numericamente il personale”.
D’altronde anche lo stesso direttore dell’Agenzia delle Entrate Ernesto Maria Ruffini durante l’evento ha evidenziato l’importanza dell’efficienza della PA, sottolineando però il ruolo centrale che spetta al Legislatore: è nel quadro normativo delineato che ci si muove.
Alla grande sfida da cogliere, come quella indicata da Marco Monaco, si accompagna sempre a una grande opportunità. Quale? “Il percorso di riforme che il PNRR ci obbliga a seguire”, specifica.
"Il Piano non è soltanto un insieme, molto ambizioso, di misure finanziate da attuare ma è soprattutto un esempio di misure, di riforme, che dovrebbero servire per dare efficienza al nostro sistema. Alcune riforme erano richieste da tempo dall’Europa e con il piano l’Europa ha trovato simbolicamente il modo per obbligarci a porre in essere queste riforme.”
Tecnicamente, spiega l’avvocato Monaco, si parla di un vincolo esterno introdotto dall’Europa nei nostri riguardi, così come accaduto nel 1996 per l’accesso nell’Unione Monetaria Europea. Ma con una differenza sostanziale: i fondi a disposizione.
“È vero che dobbiamo fare le riforma ma l’Europa ci ha dato una mole enorme di risorse, quasi 235 miliardi tra finanziamenti come sovvenzioni e prestiti"
Nell’ondata di riforma legata al PNRR anche la revisione del sistema fiscale è centrale
Tra le riforme complementari al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza c’è anche quella fiscale che, dopo essersi arenata con la crisi di Governo la scorsa estate, ha ripreso la sua corsa.
Il 16 marzo 2023 l’attuale Esecutivo ha dato il via libera al Disegno di Legge Delega che dovrà poi essere approvato da entrambi i rami del Parlamento per consentire al Governo di passare alla modifica dell’attuale sistema tributario.
È “una speranza”, oltre che un’opportunità, il progetto di revisione per il direttore dell’Agenzia delle Entrate Ernesto Maria Ruffini.
“Non sono convinto che il Fisco rappresenti una leva di sviluppo. Essendo diventata una giungla la normativa fiscale non è una leva, ma un freno”, con queste parole commenta la situazione attuale. D’altronde, anticipa durante il Convegno, la stessa Agenzia delle Entrate sta lavorando alla realizzazione di testi unici tributari da consegnare al Governo entro fine anno proprio nell’ambito della riforma fiscale.
Lo sguardo sul futuro è ottimista:
“La riforma che è alle porte, la rivisitazione e profonda riforma dell’architettura fiscale di questo paese, ci si augura, dovrebbe portare a una maggior aiuto, agli investimenti, maggior attrattività del paese, maggior sicurezza per i cittadini e per chi vuole fare impresa.”.