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    04.05.2020

    Post COVID | Artisti ed emergenza: un’opportunità da cogliere


    Focus sulla tutela del lavoro degli autori, privi di riconoscimento professionale: cosa ha fatto questo governo e cosa c’è ancora da fare

    di Francesca Guerisoli

     

    In queste settimane di lockdown, il problema della tutela degli artisti è divenuto particolarmente caldo tra gli operatori dell'arte contemporanea. La pandemia in atto, però, ha solo scoperchiato il vaso di Pandora, mettendo ancor più in ginocchio un sistema già fragile e ha accelerato la necessità di una discussione sulla figura dell'artista e il suo riconoscimento professionale. Sono sorti gruppi informali di operatori del sistema dell'arte volti a discutere e a ripensare la tutela fiscale e giuridica del lavoro dell'artista, sono stati inoltrati appelli alla politica per salvaguardare i tanti spazi no profit dedicati alla creazione contemporanea.

     

    Definire la professione dell'artista

    Un primo problema riscontrato riguarda l'impossibilità di contarsi: non esiste un elenco di artisti visivi. Secondo Alessandra Donati, docente presso l'Università di Milano-Bicocca e Naba, autrice de “I diritti dell'arte contemporanea” (2011), “sarebbe un errore istituire un elenco abilitante per l'esercizio della professione di artista: è un’importante conquista quella per cui il diritto d'autore spetta per il solo fatto della creazione. Mi pare necessario, invece, nella libertà di strutturazione della propria professione, prevedere un sistema fiscale e previdenziale dedicato, nel cui contesto definire misure di sostegno, quali ad esempio agevolazioni fiscali per il godimento di spazi di lavoro, studi d'artista o formazione professionale e il riconoscimento di agevolazioni fiscali specifiche per abbattere l'imposizione, similmente a quanto avviene in Francia anche a seguito della recente Réforme du régime social des artistes-auteurs”.

     

    Ma quanti sono gli artisti professionisti? Le banche dati di istituti di statistica li aggregano ad altre categorie. Eurostat , ad esempio, raggruppa “Persons working as creative and performing artists, authors, journalists and linguists”. Gli ultimi dati, relativi al 2018, indicano 137,7 persone ogni mille abitanti, in Italia, impiegate in questi settori (sopra ci sono solo Germania, con 393,1 e Francia, con 244,3). L'Istat , ricercando la professione “artista”, rimanda alle “Professioni intellettuali, scientifiche e di elevata specializzazione” che, alla categoria “Specialisti in scienze umane, sociali, artistiche e gestionali”, comprende gli “Specialisti in discipline artistico-espressive”, che consta di tre specificità: “Pittori e scultori”, “Artisti di varietà”, “Acrobati e artisti circensi”.

     

    Risulta dunque oggi più che mai stringente sollecitare l'attuazione dello “Statuto sociale degli artisti”, Risoluzione del Parlamento europeo del 7 giugno 2007, volto alla salvaguardia degli artisti professionisti in Europa, a partire dalla situazione contrattuale. Tra le diverse raccomandazioni, la risoluzione invita la Commissione e gli Stati membri a creare un “registro professionale europeo” per gli artisti, “nel quale potrebbero figurare il loro statuto, la natura e la durata dei successivi contratti, nonché i dati dei loro datori di lavoro o dei prestatori di servizi che li ingaggiano”.

     

    Gli interventi a sostengo dalle arti

    Secondo il Decreto Cura Italia , artisti e operatori del sistema dell'arte dotati di partita IVA, al pari di tutti i lavoratori autonomi, possono richiedere l'indennità prevista di 600 euro, che verrà presto portata a 800. Al Decreto Cura Italia si aggiungono poi interventi da parte di soggetti diversi. L' INPS gestisce il Fondo PSMSAD (Pittori, Scultori, Musicisti, Scrittori e Autori Drammatici), dedicato ai cittadini italiani e di stati appartenenti all'Unione europea: “che esercitino in forma prevalente e con continuità le attività di pittore, scultore, musicista, scrittore e autore drammatico” e possono iscriversi anche i cittadini di età compresa tra i 18 e i 35 anni che possono dimostrare la potenzialità a intraprendere la professione artistica. Il fondo al momento prevede, in particolare per pittori e scultori, un sostegno per forzata inattività a causa dello stato di emergenza.

    Vi sono iniziative che aiutano le attività culturali, oltre che gli autori, come quello di Siae, che ha messo in atto varie misure, tra cui l'emissione di rimborsi verso “chi crea”, la costituzione di un fondo di solidarietà di emergenza di 500mila euro per acquistare 2.500 pacchi alimentari da distribuire agli associati e la creazione di un fondo di 60 milioni di euro a favore di tutti gli associati valido per il 2020 e il 2021, finalizzato a supportare le ripartizioni nei prossimi due anni. Il sito dell’ ACRI informa che le Fondazioni di origine bancaria si sono mobilitate sui loro territori stanziando 40 milioni di euro a favore sia delle autorità sanitarie sia delle realtà economiche e culturali messe alla prova dalle misure di contenimento del contagio. In particolare, per il settore cultura è stato creato un “fondo di garanzia rotativo a sostegno delle esigenze finanziarie delle organizzazioni di Terzo settore. Con una dotazione iniziale di 5 milioni di euro, grazie a un effetto di leva finanziaria, il Fondo permetterà l'erogazione di alcune decine di milioni di euro di finanziamenti (rimborsabili in massimo 18 mesi), portando così liquidità a migliaia di organizzazioni”.

     

    Che cosa chiedono gli artisti

    Negli ultimi anni una risposta istituzionale di rilievo dedicata al sostegno della ricerca artistica è stata data con l'Italian Council, nato nel 2017 in seno al MIBACT, che costituisce un'opportunità che riesce a dare fiato a progetti artistici di respiro internazionale (nel 2019 ha stanziato un budget di 1.700.000 euro). La proposta di istituirlo era giunta dal Forum dell'Arte Contemporanea Italiana , gruppo informale di professionisti dell'arte che dalla prima edizione del 2015 si propone di fornire visioni condivise volte al miglioramento del sistema dell'arte. Il Forum si fa collettore delle istanze del mondo dell'arte italiano, sfruttando la particolare situazione dello stato di emergenza per mirare a ristrutturare un sistema che da tempo necessita di profonda revisione. Sotto il titolo “Sistema dell'Arte in Italia post-coronavirus: nodi critici e proposte per la ricostruzione”, si stanno avviando online in questi giorni sei tavoli di discussione tematica e si auspica la partecipazione di interlocutori istituzionali. I risultati dei lavori dei tavoli verranno discussi in un'assemblea plenaria che si terrà il 30 maggio e il documento finale verrà inviato al MIBACT.

     

    Tra i soggetti coinvolti dal Forum figura Art Workers Italia, gruppo nato su Facebook in queste settimane di lockdown, che consta di circa 1.870 partecipanti, di cui attivi 25-30 per 7 tavoli di lavoro, e ha avviato un confronto con associazioni (Smart – Società Mutualistica per Artisti , nata a Bruxelles e che conta 12 sedi in Europa tra cui anche Smart Italia e Acta , associazione italiana di freelance nata nel 2004) con le quali discute il modo in cui la categoria potrebbe riconoscersi. Presentato pubblicamente il manifesto il 1° maggio, Art Workers Italia rivendica il pieno riconoscimento civile e politico delle figure professionali che operano nel settore; chiede l'estensione delle misure previste dal decreto Cura Italia a coloro che non beneficiano di alcun ammortizzatore sociale; la costituzione di un fondo per artisti/e; che gli stanziamenti previsti per il 2020/2021 vengano destinati specificamente a sostegno di attività di ricerca e produzione. Infine, in linea con le richieste delle altre categorie professionali, chiede che siano estesi sgravi fiscali e contributivi nonché la calmierazione degli affitti nei riguardi delle associazioni no profit.

     

    Sull'attuale stato di emergenza e la crisi che ha aperto nel settore dell'arte contemporanea, insistendo sul ruolo strategico dell'arte contemporanea all'interno della governance culturale italiana, numerose altre organizzazioni domandano al Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo Dario Franceschini, che ha firmato il 22 aprile un decreto che “avvia le procedure per il riparto di 20 milioni di euro a sostegno delle realtà delle arti performative che non hanno ricevuto contributi provenienti dal FUS nel 2019”, di non dimenticarsi degli artisti visivi e degli spazi dell'arte, in sofferenza a causa della sospensione delle attività. Tra queste, il Comitato Fondazioni Arte Contemporanea sollecita che l'arte contemporanea sia “inserita tra i destinatari delle agevolazioni, dei sostegni e dei contributi oggetto della legislazione speciale in via di emanazione. In particolare, concordiamo con le proposte che sollecitano l'attivazione di specifiche misure di sostegno alla liquidità per le Imprese Culturali, indipendentemente dalla loro forma giuridica, l'estensione dell' Art Bonus e di misure di detraibilità quali forme di sostegno ai consumi culturali”. Vi sono poi gli appelli di Fondazione Fitzcarraldo , che domanda aiuti e ammortizzatori per le fasce escluse (“interventi a sostegno degli invisibili”); Federculture con #unfondoperlacultura per la creazione immediata di un fondo nazionale d'investimento che aiuti le imprese culturali in emergenza per la crisi Coronavirus; Sos No profit cultura , un gruppo di associazioni no profit che elenca richieste specifiche. Si spera il MIBACT non si dimentichi davvero di nessun artista.

     

    Tratto da Ilsole24ore.com

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