Nuova legge-stadi: per il presidente della Lega B la finalità del legislatore non si limita al rilancio dell’urbanistica sportiva ma mira pure alla riqualificazione di interi quartieri, magari senza coinvolgere la finanza pubblica.
Un seminario sulla nuova legge-stadi, che ha coinvolto i dirigenti di numerosi club di B. Questa mattina, presso lo studio legale Advant Nctm di Milano, il presidente della Lega B Mauro Balata ha inaugurato il dibattito sul dlgs n. 38/2021, sottolineando – in collegamento da remoto – l’importanza del tema per lo sviluppo delle società sportive: “Che si tratti della realizzazione di nuovi stadi o del miglioramento di infrastrutture già esistenti, il decreto attribuisce ai club un ruolo da protagonista. Bisogna comprenderne le potenzialità per restare al passo, considerando che le squadre degli altri campionati europei si sono già mosse in questa direzione”.
I Commenti - Le novità sono numerose e - come spiegato da Stefano Perrone, Coordinatore della Commissione Infrastrutture della Lega B - ai club spetta il compito di trasformarle in opportunità: “I tempi tecnico-amministrativi sembrano finalmente definiti, in più il legislatore prevede numerosi riconoscimenti per le società sportive. È chiaro che, al tempo stesso, queste ultime dovranno farsi carico di responsabilità importanti”. L’auspicio è quello di riuscire a passare più agevolmente dalla fase di progettazione a quella di costruzione: “Sto seguendo personalmente il caso del Parma – aggiunge Raffaele Caldarone, legale del gruppo Krause -. Il club è intenzionato ad effettuare alcuni interventi, ma sta incontrando resistenze, a livello locale, che sono a mio avviso scarsamente giustificabili”.
Le novità - Più nel dettaglio, la questione è stata affrontata dall’avvocato Marco Monaco di Advant Nctm: “In passato, era difficile individuare prospettive favorevoli alle società interessate alla costruzione di nuovi stadi. Il decreto segna un punto di svolta, perché ai club viene riconosciuto un canale preferenziale. La finalità del legislatore, però, non si limita al rilancio dell’urbanistica sportiva: la legge-stadi mira pure alla riqualificazione di interi quartieri, magari senza coinvolgere la finanza pubblica”.
L'iter - In caso di mancata approvazione di un progetto – ha proseguito Monaco, che ha analizzato il contenuto delle norme di maggiore rilievo – non sarà più necessario ricominciare da zero. Eventuali criticità, dovute all’inerzia dell’amministrazione, potranno essere superate rivolgendosi direttamente alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, che nominerà un commissario ad acta che adotterà i provvedimenti necessari”.
Sostenibilità - La conclusione è di Valerio Casagrande, coordinatore della Commissione Licenze Nazionali della Lega B: “C’è ancora gente che si chiede se, costruendo nuovi stadi o migliorando le strutture già esistenti, un club possa risentirne sotto il punto di vista della sostenibilità finanziaria. La risposta è negativa: certi interventi, al contrario, rappresentano un presupposto fondamentale per la sostenibilità stessa”.