Sempre più imprese operano stabilmente cross border, determinando un’ampia esposizione al pericolo di doppie imposizioni e, di conseguenza, una crescente difficoltà dell’amministrazione finanziaria, costretta a condurre le proprie indagini in ambito internazionale. A questa situazione si è finora fatto fronte attraverso vari strumenti, tra cui le verifiche simultanee, lo scambio di informazioni rafforzato, le procedure amichevoli e gli advanced pricing agreements (a.p.a.). Tuttavia tali strumenti non bastano a offrire una soluzione soddisfacente e veloce per tutti i soggetti coinvolti. Un nuovo strumento finalizzato a evitare la doppia imposizione è rappresentato dalla verifica fiscale bi- o multilaterale: la c.d. joint (tax) audit. A questo riguardo, Baviera e Italia cooperano già da anni.
Sul tema, lo scorso 19 ottobre 2017 si è tenuto a Roma un convegno che ha coinvolto le amministrazioni finanziarie italiana e tedesca (in particolare bavarese), nonché rappresentanti del mondo accademico e imprenditoriale di entrambi i paesi, oltre a rappresentanti dell’OCSE e dell’UE. In quell’occasione sono stati evidenziati i vantaggi di una simile cooperazione; tra i vantaggi, in particolare: evitare la doppia imposizione nel modo più celere possibile; agevolare e accelerare l’accertamento di elementi fattuali all’estero; conoscere meglio la struttura internazionale dei gruppi d’imprese; evitare la doppia non-imposizione di profitti; ridurre il rischio di ricalcolo di profitti o procedure amichevoli, nonché aumentare la certezza del diritto per gli anni già esaminati e per quelli a venire.
Contestualmente, si è tuttavia anche rilevata la necessità di ulteriori sviluppi per un’armoniosa ed efficace cooperazione. Restano inoltre da chiarire alcune questioni, per esempio in materia di diritto applicabile, nonché in merito all’implementazione dei risultati di una simile verifica congiunta nel rispettivo diritto domestico. Pur con questi limiti, è da attendersi che la cooperazione italo-bavarese porti al più presto i suoi frutti per le imprese attive in entrambi i paesi.
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