È questo, in sostanza, il portato delle sentenze gemelle 28595 e 28610 pubblicate lo scorso 3 ottobre 2022, dalla Cassazione.
Vediamo come: la legge italiana assicura dal 2006 (con il c.d. Decreto Bersani) il dimezzamento delle imposte ipocatastali ai fondi immobiliari “chiusi” di diritto italiano che acquistano immobili strumentali, quali ad esempio gli uffici ed i centri logistici. Due fondi immobiliari “aperti” tedeschi avevano acquistato proprio nel 2006 immobili strumentali in Italia, scontando tuttavia le imposte d’atto in misura piena. Fu così che i fondi tedeschi, reputando di essere in una posizione perfettamente comparabile ai fondi chiusi italiani, chiedevano il rimborso della metà delle imposte, che veniva loro negato dagli uffici della Agenzia delle Entrate.
I due fondi avviavano quindi il contenzioso per il recupero delle imposte pagate in eccesso e, dopo essere risultati soccombenti nei gradi di merito, ottenevano dalla Cassazione nel 2019 la rimessione della causa alla Corte di Giustizia UE. Nel 2021 la Corte di Lussemburgo ravvisava una violazione alla libera circolazione dei capitali, posto che i fondi tedeschi si dimostravano del tutto comparabili ai fondi nazionali (la circostanza che i primi fossero “aperti”, mentre i secondi “chiusi”, non veniva considerata idonea a giustificare un trattamento discriminatorio) ma reindirizzava il caso alla Corte di Cassazione, chiedendole di verificare se vi fosse una giustificazione di interesse generale, quale il contrasto alla speculazione sul mercato immobiliare, tale da poter legittimare comunque un trattamento differenziato.
Ebbene la Suprema Corte, fatte le opportune verifiche, ha escluso la sussistenza di simili giustificazioni e – con la decisione di ieri – ha pertanto accordato ai due fondi aperti tedeschi il diritto al rimborso delle imposte ipocatastali versate in eccesso nel 2006, livellando il carico impositivo alla pari di quanto sarebbe dovuto dai fondi chiusi italiani.
Al di là degli aspetti squisitamente tecnici e giuridici, la decisione della Suprema Corte non può che essere salutata con grande favore da tutti gli operatori del settore: l’attenuazione dell’onere delle imposte d’atto anche per i fondi immobiliari comunitari comparabili a quelli italiani andrà infatti a tutto vantaggio della concorrenza e dell’attrattività del mercato italiano per i grandi investimenti immobiliari.
ADVANT Nctm, con un team guidato da Paolo Rampulla, partner del dipartimento tributario, e costituito da ultimo da Sante Ricci, Angelo Anglani, Daniele Griffini ed Egidio Greco, ha affiancato i due fondi in questa sfida più che decennale.