Articolo a cura di Francesco Donadei per Fondi&Sicav
Nell’ultimo Quaderno Giuridico di gennaio 2025 pubblicato dalla Consob viene analizzato il fenomeno della gamification negli investimenti finanziari attraverso lo studio di alcuni casi di cronaca, nel tentativo di offrire spunti di riflessione in vista di possibili riforme del quadro giuridico nazionale di riferimento.
Il quaderno giuridico
Lo scorso 20 gennaio la Consob ha pubblicato il primo Quaderno Giuridico del 2025, interamente dedicato alla gamification degli investimenti finanziari, ossia all’utilizzo in ambito finanziario di meccanismi tipici del gioco (in particolare, del videogioco) per rendere gli utenti o i potenziali clienti partecipi delle attività di un sito e accrescere il loro interesse ai servizi e ai prodotti offerti.
Benché, come noto, le opinioni espresse nei Quaderni Giuridici siano attribuibili esclusivamente agli autori e non rappresentino, pertanto, posizioni ufficiali della Consob, il contenuto del lavoro in questione appare di sicuro interesse sia per la rilevanza e l’attualità delle questioni trattate sia per l’autorevolezza delle opinioni ivi contenute.
Il Quaderno si articola in quattro capitoli, dedicati rispettivamente all’analisi del caso GameStop nel contesto generale di espansione del fenomeno, all’analisi della gamification dal punto di vista dei comportamenti degli investitori, ormai immersi in un ambiente social, all’analisi dei profili normativi del trading alla luce delle nuove figure dei fin-influencer e del cosiddetto copy-trading e, infine, all’analisi del ruolo delle piattaforme digitali nella gamification e del loro rapporto con gli investitori retail.
Rischi e vantaggi della gamification
Nella descrizione delle varie manifestazioni della gamification, vengono messi in luce sia i vantaggi sia i rischi insiti nel fenomeno: su un piatto della bilancia vengono posti una potenziale maggiore partecipazione al mercato da parte dei risparmiatori retail, una potenziale crescita del carattere transfrontaliero del mercato stesso e una selezione più agevole dei prodotti da parte degli investitori; sull’altro piatto trovano posto, invece, i rischi connessi alla banalizzazione delle scelte di investimento, spesso non assistite da adeguati set informativi e da un’attività consulenziale quasi sempre irrilevante. La bilancia, in definitiva, sembra pendere dalla parte dei rischi. In tal senso, il caso GameStop rappresenta, secondo gli autori, un esempio emblematico delle potenzialità ma, soprattutto, dei rischi insiti nella gamification degli investimenti, e fornisce una conferma empirica dell’alto grado di rischio che spesso connota tali tipologie di investimenti, anche per investitori professionali.
Il fin-influencer
Alcune interessanti considerazioni sono poi svolte sulla figura del fin-influencer, la cui attività si connota per rischi ben maggiori rispetto agli influencer operanti in altri settori, in ragione delle specificità che i prodotti finanziari presentano rispetto ad altri beni o servizi.
In particolare, la quantità e la qualità dell’informazione fornita dai fin-influencer ai propri follower risultano spesso del tutto inidonee a consentire scelte di investimento consapevoli, soprattutto in soggetti con scarsi livelli di alfabetizzazione finanziaria.
Dal momento che l’attività dei fin-influencer si muove spesso al limite tra pubblicità e mera divulgazione, al fine di rafforzare la tutela degli investitori retail, la Commissione Europea ha previsto, nel pacchetto di norme che rientrano nella Retail Investment Strategy, alcune misure volte a introdurre specifici requisiti per i contenuti degli annunci di marketing finanziario, che dovranno essere rispettati anche dai fin-influencer.
Trading e gamification
Su un piano di analisi più strettamente legato alla normativa in materia di servizi di investimento, vengono analizzati gli evidenti legami fra le varie forme di gamification e il trading, con particolare riferimento ai fenomeni più emblematici dell’evoluzione in atto: da un lato, la diffusione di opinioni, raccomandazioni di investimento e trading ideas sui portali dedicati all’informazione finanziaria, anche collegati alle piattaforme di trading, e, dall’altro, l’imitazione degli investimenti altrui mediante il cosiddetto copy trading.
La sempre maggiore diffusione di questi fenomeni costringe gli interpreti a interrogarsi sulla reale efficacia delle strategie regolatorie attualmente utilizzate nella disciplina dei mercati finanziari, che dovrebbero probabilmente sempre più orientarsi verso l’adozione di presìdi di governo del prodotto ma anche, in una prospettiva nuova, di governo del servizio mediante individuazione precisa dei target di clientela cui rivolgere i servizi stessi.
Come spesso accaduto anche in passato, l’evoluzione della realtà del mercato è talmente rapida che riuscire a trovare strumenti normativi e regolamentari adeguati per disciplinarla costituisce senza dubbio una sfida considerevole per il futuro.